Ole Sheeren, classe 1971, nato a Karlsruhe in Germania è un architetto e urbanista internazionale. Ha iniziato la sua carriera nel 1995 presso lo studio OMA di Rotterdam, fondato da Rem Koolhaas nel 1975 e nel quale lavorò anche una giovanissima Zaha Hadid (https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica/ ).
Nel 2002 divenne partner dello studio per le filiali di OMA a Pechino e Hong Kong, divenendone il responsabile per l’intera attività in tutta l’Asia fino al 2010, anno in cui lasciò lo Studio Oma per fondare il suo studio Büro Ole Sheeren. Dal 2004 vive a Pechino. Il suo studio si occupa di architettura, interior design, ricerca e urbanistica. I progetti dell’azienda abbracciano l’Asia, l’Europa e il Nord America. Ole Sheeren ha vinto numerosi premi.
Ole Scheeren, born in 1971 in Karlsruhe, Germany, is an international architect and urbanist. He began his career in 1995 at the Rotterdam-based firm OMA, founded by Rem Koolhaas in 1975, where a young Zaha Hadid also worked (https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica/).
In 2002, he became a partner at OMA’s branches in Beijing and Hong Kong, overseeing the firm’s entire Asia operations until 2010. In that year, he left OMA to establish his own firm, Büro Ole Scheeren. Since 2004, he has been based in Beijing. His studio is engaged in architecture, interior design, research, and urban planning. The firm’s projects span Asia, Europe, and North America. Ole Scheeren has won numerous awards.
Gli anni di collaborazione con lo studio OMA di Rem Koolhaas, padre “iniziale” del decostruttivismo in architettura, hanno segnato positivamente lo stile architettonico di Ole Sheeren, in bilico tra architettura decostruttivista e convenzionale, alla continua sperimentazione di nuove forme, nuovi materiali e al passo con le tecnologie più avanzate, dalla tecnica Bim (*) alle bioarchitetture, mantenendo un suo stile dirompente e innovativo al tempo stesso. (https://www.giusybaffi.com/decostruttivismo-architettura-spazio-in-evoluzione/ )
In qualità di partner responsabile del più grande progetto di OMA in Asia fino ad oggi, ha guidato con successo la realizzazione della CCTV (China Central Television) a Pechino, il progetto è iniziato nel 2002, la costruzione è stata inaugurata nel 2012.
Con le facciate vetrate, la costruzione è formata da due grattacieli che sorgono sugli angoli opposti di un quadrato immaginario; alla base salgono obliqui l’uno verso l’altro e si congiungono sorprendentemente all’altezza di 161 metri, connessi da un volume orizzontale a sbalzo per 75 metri.
Con l’alternarsi continuo di sezioni orizzontali e verticali collegate tra loro, la costruzione si trasforma in una imponente ed innovativa scultura urbana.
L’edificio comprende, oltre alla nuova sede della China Central Television, un centro dedicato alla cultura televisiva e un parco pubblico per il tempo libero con aree per riprese all’esterno e studi di produzione. (https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica-terza-parte/ )
The years of collaboration with Rem Koolhaas’ OMA studio, the “initial” father of deconstructivism in architecture, have positively influenced Ole Scheeren’s architectural style. His work balances between deconstructivist and conventional architecture, consistently experimenting with new forms, materials, and cutting-edge technologies, from BIM technique (*) to bioarchitecture. He maintains a disruptive and innovative style while staying in sync with the most advanced technologies. (https://www.giusybaffi.com/decostruttivismo-architettura-spazio-in-evoluzione/)
As a partner responsible for OMA’s largest project in Asia to date, he successfully led the realization of the China Central Television (CCTV) building in Beijing. The project began in 2002, and the construction was inaugurated in 2012.
With its glass facades, the building consists of two towers rising from opposite corners of an imaginary square; they incline towards each other at the base and unexpectedly meet at a height of 161 meters, connected by a cantilevered horizontal volume extending 75 meters.
Through the continuous interplay of horizontal and vertical sections linked together, the structure transforms into a monumental and innovative urban sculpture.
In addition to housing the new headquarters of China Central Television, the building includes a center dedicated to television culture and a public leisure park with outdoor filming areas and production studios. (https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica-terza-parte/)
In una continua ricerca di nuove potenzialità abitative, in armonia tra la vita delle persone e la città, Ole Sheeren spazia verso nuove possibilità concettuali reimmaginando gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo.
Concetto che gli viene ampiamente riconosciuto nel 2015, vincendo, in collaborazione con lo studio OMA di Rem Koolhaas, il World Building of the Year 2015 per il progetto The Interlace a Singapore. https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica-terza-parte/
In an ongoing exploration of new residential possibilities, aiming for harmony between people’s lives and the urban environment, Ole Scheeren explores new conceptual possibilities, reshaping the spaces in which we reside and work.
This concept was widely recognized in 2015 when he, in collaboration with Rem Koolhaas’ OMA studio, won the World Building of the Year 2015 award for “The Interlace” project in Singapore. (https://www.giusybaffi.com/rem-koolhaas-una-personalita-poliedrica-terza-parte/)
“In un’epoca in cui il lavoro digitale può essere svolto ovunque, l’architettura assume il ruolo fondamentale di unire le persone” Ole Sheeren
COLLABORATIVE CLOUD – BERLINO
Il Collaborative Cloud, è un progetto che urbanisticamente si colloca con una risonanza simbolica nel contesto urbano e nel luogo storicamente carico, adiacente all’ex muro di Berlino, che un tempo divideva la città.
L’edificio forma una controparte contemporanea all’Axel Springer Tower, il primo grattacielo di Berlino. Il nuovo edificio apre uno spazio di immaginazione ed esperienza collettiva all’interno della città e riunisce concettualmente Berlino est con Berlino ovest emergendo come simbolo di trasparenza e consapevolezza storica.
L’involucro sfaccettato della costruzione deriva da un’interpretazione tridimensionale delle norme urbanistiche berlinesi, con le facciate verticali ripiegate all’altezza del perimetro dell’isolato urbano. Due diagonali restringono il volume verso il basso generando due piazze pubbliche, una come connettore all’esistente Axel Springer Tower e l’altra lungo Axel-Springer-Street.
Una vasta gamma di attività e servizi urbani invitano all’abitazione e all’interazione con l’ambiente e le persone. I piani terra dell’edificio formano una base pubblica, un luogo di ritrovo mentre una zona in cemento parzialmente interrata offre una superficie multilivello per mostre, proiezioni di film e varie attività. Il passaggio pubblico, ripercorrendo il percorso dell’ex confine tra Germania Est e Ovest, attraversa l’edificio e collega le due piazze circostanti. Un ampio giardino copre il livello del basamento e abbraccia l’edificio, mentre uno spazio sul tetto offre un’area speciale per eventi, con una terrazza all’aperto con vista sulla città di Berlino.
Il progetto ha vinto nel 2013-2014 il primo premio del concorso per la nuova sede di Axel Springer a Berlino.
“In an era when digital work can be carried out anywhere, architecture takes on the fundamental role of bringing people together.” – Ole Scheeren
COLLABORATIVE CLOUD – BERLIN
The Collaborative Cloud is a project that urbanistically situates itself with symbolic resonance in the urban context and historically significant location adjacent to the former Berlin Wall, which once divided the city.
The building serves as a contemporary counterpart to the Axel Springer Tower, Berlin’s first skyscraper. The new structure opens up a space of imagination and collective experience within the city, conceptually uniting East and West Berlin while emerging as a symbol of transparency and historical awareness.
The faceted envelope of the building derives from a three-dimensional interpretation of Berlin’s urban regulations, with vertical facades folded at the perimeter height of the city block. Two diagonals narrow the volume downwards, creating two public squares – one connecting to the existing Axel Springer Tower and the other along Axel-Springer-Street.
A wide range of urban activities and services invite habitation and interaction with the environment and people. The ground floors of the building form a public base, a gathering place, while a partially sunken concrete zone provides a multi-level surface for exhibitions, film screenings, and various activities. The public passage, retracing the path of the former border between East and West Germany, cuts through the building, connecting the two surrounding squares. An expansive garden covers the basement level and embraces the building, while a rooftop space offers a special area for events, featuring an outdoor terrace with a view of the city of Berlin.
The project won the first prize in the competition for the new headquarters of Axel Springer in Berlin in 2013-2014.
MAHANAKHON TOWER – BANGKOK
Il MahaNakhon Tower a Bangkok, progettato inizialmente da Ole Sheeren quando era ancora presso lo studio OMA, sviluppato e realizzato successivamente dallo studio Büro Ole Sheeren, è un nuovo grattacielo di 77 piani situato nel quartiere centrale degli affari di Bangkok ed è stato terminato nel 2017.
Il progetto del complesso MahaNakhon è nato dall’idea di voler fondere la costruzione con la città, producendo, attraverso una serie di terrazze sia esterne che interne, un effetto di dissolvenza dell’edificio stesso.
MAHANAKHON TOWER – BANGKOK
The MahaNakhon Tower in Bangkok, initially designed by Ole Scheeren when he was still with OMA, and later developed and realized by Büro Ole Scheeren, is a new 77-story skyscraper located in the central business district of Bangkok. It was completed in 2017.
The concept behind the MahaNakhon complex emerged from the idea of integrating the building with the city, achieving an effect of dissolving the structure itself through a series of both external and internal terraces.
Il soprannome di “Torre Pixelata” calza perfettamente con la costruzione, letteralmente “scolpita” per realizzare un nastro tridimensionale di pixel architettonici che ruota e copre la torre a tutta altezza.
Le sezioni della facciata si piegano verso l’interno e verso l’alto creando un gioco molto particolare di vuoti e di pieni, riflettendo contemporaneamente sia particolari della torre stessa che dettagli di cielo e di panorama della città.
The nickname “Pixelated Tower” fits perfectly with the building, which is literally “sculpted” to create a three-dimensional ribbon of architectural pixels that twist and cover the entire height of the tower.
The sections of the facade bend inwards and upwards, creating a unique interplay of voids and solids, simultaneously reflecting both details of the tower itself and glimpses of the sky and cityscape.
GUARDIAN ART CENTER – PECHINO
Inaugurato nel 2017, il Guardian Art Center di Pechino è situato in prossimità della Città Proibita ed è stato progettato come una “macchina culturale”, oltre alla sede della più antica ed importante casa d’aste cinese, la China Guardian Auctions Co. Ltd, ha anche funzioni di museo, di gallerie d’arte, di spazi espositivi anche per grandi eventi e un hotel di 120 camere.
Lo scopo del progetto era quello di unire la tradizione cinese con l’architettura contemporanea, una fusione tra storia e tradizione e modernità.
“La mia idea era di concepire la base dell’edificio come un’estensione della città storica, come una serie di sedimenti che si relazionano per scala e materialità al contesto storico.” Ole Sheeren
GUARDIAN ART CENTER – BEIJING
Inaugurated in 2017, the Guardian Art Center in Beijing is located near the Forbidden City and was designed as a “cultural machine.” In addition to housing the oldest and most important Chinese auction house, China Guardian Auctions Co. Ltd, it also functions as a museum, art galleries, exhibition spaces for major events, and a 120-room hotel.
The purpose of the project was to blend Chinese tradition with contemporary architecture, creating a fusion between history, tradition, and modernity.
“My idea was to conceive the base of the building as an extension of the historic city, like a series of layers that relate in scale and materiality to the historical context.” – Ole Scheeren
Quindi la base dell’edificio è costituita da piccoli blocchi che riprendono lo stile dei vecchi quartieri, gli hutong , questi blocchi circondano una sala espositiva interna priva di colonne con una superficie di 1.700 metri quadrati. I blocchi più piccoli alla base sono rivestiti con pietra basaltica grigia e punteggiati di perforazioni. Insieme, queste minuscole aperture circolari formano un’astrazione di uno storico dipinto di paesaggio cinese dell’artista Huang Gongwang.
So, the base of the building consists of small blocks that echo the style of the old neighborhoods, the hutongs. These blocks surround an interior exhibition hall without columns with an area of 1,700 square meters. The smaller blocks at the base are clad in gray basalt stone and punctuated with perforations. Together, these tiny circular openings abstractly depict a historic Chinese landscape painting by the artist Huang Gongwang.
Sopra i blocchi sembra quasi galleggiare una costruzione ad anello ricoperta da una griglia di pannelli di vetro traslucido che ospita l’albergo e una serie di ristoranti.
Above the blocks, there appears to be an almost floating ring-like structure covered with a grid of translucent glass panels that houses the hotel and a series of restaurants.
* La tecnica BIM
La rivoluzione della modellazione parametrica nei software sta nel fatto che viene superata l’idea di composizione di più oggetti, addizionati successivamente a formare la struttura nella sua complessità. Questa viene sostituita alla modellazione della forma generata tramite un algoritmo. Cosi nasce il design computazionale, unione di fattori artistici, funzionali e costruttivi.
In maniera molto semplice, il progettista non deve far altro che inserire i parametri input all’interno dei vari software. Questo restituirà la forma corrispondente. Proprio come avviene con la complessa matematica parametrica, nella quale i dati parametrici sostituiscono quelli cartesiani. In questo senso, trova applicazione il BIM, Building Information Modeling.
Il BIM definito come “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto” risulta essere un processo completo, tanto da avere la capacità di modellare un intero edificio in più “dimensioni”: 4D contenente la programmazione della realizzazione, 5D contenente la valutazione dei costi, fino ad arrivare al 7D con la valutazione della sostenibilità ambientale. Uno strumento potente che consente di creare strutture parametriche uniche al mondo, in maniera semplice e veloce. (fonte web)
(*)Building Information Modeling (BIM)
The revolution of parametric modeling in software lies in the fact that the idea of composing multiple objects, added sequentially to form the structure in its complexity, is surpassed. This is replaced by modeling the form generated through an algorithm. This gives rise to computational design, a fusion of artistic, functional, and constructive factors.
In a very simple manner, the designer only needs to input the parameters into the various software. This will yield the corresponding form. Just as with complex parametric mathematics, where parametric data replaces Cartesian data, the concept of Building Information Modeling (BIM) finds its application.
BIM is defined as the “digital representation of physical and functional characteristics of an object” and is a comprehensive process, capable of modeling an entire building in multiple “dimensions”: 4D, containing construction scheduling, 5D, incorporating cost assessment, and even extending to 7D, evaluating environmental sustainability. It is a powerful tool that enables the creation of unique parametric structures in a simple and fast manner. (source: web)
Fonti:
Architizer.com – e-architect.com – archinet.com – architecturaldesign.com – Büro Ole Sheeren
Il seguito al prossimo articolo: https://www.giusybaffi.com/the-new-generation-i-nuovi-architetti-buro-ole-sheeren-seconda-parte/
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