Joaquìn Sorolla y Bastida è un pittore spagnolo vissuto a cavallo del ‘900, uno dei pochi casi in cui l’artista fu famoso e conteso in vita, diventando nel suo percorso di pittore molto ricco e richiesto a livello internazionale e che cadde nell’oblio dopo la sua morte.
In questi anni, finalmente, la figura e la grandezza di Joaquìn Sorolla y Bastida, definito da tutti “il pittore della luce”, sta emergendo nel suo giusto valore tramite mostre monografiche. Una di queste è presente, con notevole successo, a Milano a Palazzo Reale.
Nato a Valencia nel 1863, Joaquìn Sorolla y Bastida non ebbe inizi facili. A 2 anni rimase orfano di entrambi i genitori, morti di colera. Furono gli zii materni ad allevarlo, assecondando la sua passione per le arti figurative lo iscrissero alla scuola di Belle arti di Valencia.
Nel 1881, appena quindicenne, Sorolla si recò per la prima volta a Madrid al Museo del Prado rimanendo profondamente colpito dall’opera di Velàzquez, un’impressione che condizionò la sua pittura durante tutta la sua vita. Terminata la scuola con successo, che frequentava con corsi serali, riuscì ad entrare a lavorare nel noto laboratorio fotografico di Antonio García, uno dei più importanti fotografi spagnoli dell’epoca.
Sarà proprio questo lavoro legato alla fotografia a determinare il taglio moderno e luminoso dei suoi dipinti. A casa di Garcìa conosce Clotilde, la sua terzogenita, di cui si innamora e che sposò dopo alcuni anni. Per Sorolla Clotilde rappresentò non solo una compagna, una moglie e la madre dei suoi futuri figli, ne avranno tre (Maria nata nel 1890, Joaquín nato nel 1892 ed Elena nata nel 1895) ma anche la sua modella, la sua musa e anche l’organizzatrice pratica della sua vita. Infatti Clotilde sollevò Sorolla di qualsiasi preoccupazione, permettendogli di dipingere con la massima tranquillità e libertà.
La pittura di Joaquín Sorolla è moderna, intrisa di luce e dal taglio fotografico, fatta di istantanee in movimento dal realismo delicato e sottile, capace di mettere in scena l’attualità senza commentarla.
Nella sua enorme produzione di oltre duemila opere rimane sempre fedele a uno stile, folgorato, all’inizio, dalla pittura di Velazquez e poi influenzato dalla corrente del “luminismo” post-impressionista, senza lasciarsi mai toccare dalle inquietudini delle avanguardie.
LA PITTURA “EN PLEIN AIR”
“Non mi interessa dipingere ritratti al chiuso. Non riesco a sentirmi a mio agio.” Joaquìn Sorolla
“Per quanto riguarda il lavoro all’aperto, uno studio è solo un garage, un luogo dove archiviare i quadri e tenerli al sicuro, non è mai un luogo in cui dipingerli. Uno studio è un buon posto per fumare la pipa” Joaquìn Sorolla
La sua città d’origine, sulla costa mediterranea della Spagna, è un fattore fondamentale per la sua pittura perché il mare e la spiaggia saranno sempre i suoi temi favoriti.
Sorolla dipingeva solo en plein air, la sua era una pennellata velocissima, piena di luce violenta una specie di corpo a corpo che Sorolla ha con il sole a picco delle spiagge valenciane in piena estate, con il suo riflesso cangiante sull’acqua, sui muri, sono i raggi che entrano da una finestra, una luce vista dall’interno di una stanza verso l’esterno e che rende le figure come proiettate su un muro, una luce che divora i muri e le forme nei bellissimi dipinti che mostrano il Patio de la Alhambra e il Patio de la Alberca a Granada, dove è il colore stesso a delineare gli spazi su un piano di astrazione senza togliere niente alla rappresentazione del reale.
Consapevole del proprio talento e determinato a trovare la fama, Sorolla a inizio carriera sceglie temi di forte impatto sociale, partecipando a grandi mostre in giro per l’Europa.
I suoi dipinti iniziali erano densi di quel sentimento di solitudine e di abbandono che coinvolgevano l’individuo, solo di fronte ai profondi cambiamenti sociali.
Il suo dipinto di enormi dimensioni ( 210 cm × 285 cm.) “Triste eredità”, che mostra bambini disabili portati da un prete a fare un bagno in mare, vinse il Grand Prix al salone di Parigi del 1900, battendo dipinti di Klimt, Alma-Tadema e Whistler.
L’opera, dal forte contrasto tra il colore blu cobalto del mare e l’incarnato solare dei corpi dei bambini, è una denuncia della triste situazione in cui si trovava allora l’infanzia, Sorolla per rappresentare le miserie usa le ombre colorate degli impressionisti, ma riempiendole di contenuti che vanno oltre all’attimo fuggente, tipico degli impressionisti francesi.
Nel 1905 espone alla Biennale di Venezia un quadro di grandi dimensioni (2,22 m x 3 m) amalgamando abilmente realismo e impressionismo, dove la luce gioca un ruolo fondamentale: alcune donne riparano una grande vela all’ombra di un pergolato, la vela bianca occupa lo spazio centrale del dipinto mentre si snoda in fuga prospettica in una grande massa di volumi candidi e dorati, sullo sfondo si intravede il mare. La luce del sole macchia la vela in zone più bianche dando al tessuto un effetto incredibilmente realistico.
L’AMORE, LA FAMIGLIA
“Clotilde amor de mi vida – Tutto il mio amore ti appartiene, tu sei la mia carne, la mia vita e il mio spirito” Joaquìn Sorolla
Clotilde è sempre stata l’indiscussa musa ispiratrice di tutta la pittura di Sorolla, amata follemente e dipinta a volte secondo la tradizione ritrattistica ispirata a El Greco, a Goya ma soprattutto a Velazquez seppur interpretata con taglio fotografico, altre volte con un’interpretazione più impressionista e quasi un’anticipazione futurista, dove il bianco dei vestiti diventa quasi accecante con le ombre accentuate, dettaglio “rubato” alla fotografia, mentre il gioco del vento che fa gonfiare gli abiti crea un’immediata sensazione di movimento, in una forma futurista antesignana.
Nel dipinto Istantanea Biarritz è rappresentata Clotilde seduta sulla spiaggia che sta scattando una fotografia con una macchina Kodak, la parola istantanea gioca qui un doppio ruolo, alludendo non solo allo scatto fotografico della moglie, ma a quello del pittore che la immortala come in una fotografia, aggiungendo l’astrazione del colore che toglie la sensazione di realismo che invece l’immagine fotografica pura e semplice darebbe.
La famiglia e i suoi figli sono spesso presenti nei suoi quadri, qui vediamo lo splendido viso della primogenita Maria, mentre il fratellino Joaquín è di profilo che sta guardando curiosamente la piccola Elena mentre muove i suoi primi passi attaccata al suo vestito, la forte presenza di Clotilde che li sta amorevolmente accudendo è percepita lasciando volutamente in una specie di sfocatura il suo viso.
Ed è sempre Clotilde, questa volta ritratta nuda di spalle, sinuosa ma pudica, dove la similitudine con il dipinto alla Venere allo Specchio di Velazquez è quanto mai evidente,
oppure immortalata in un interno, insieme ai suoi tre figli, nel quale il rimando al famoso dipinto Las Meninas di Diego Velàzquez è notevole.
IL PERIODO AMERICANO E LA SOCIETA’ ISPANICA DI NEW YORK
Nel 1909 il curatore della Hispanic Society di New York, Archer M. Huntington, gli organizzò una personale nella quale Sorolla espose oltre trecento opere. L’esposizione ebbe un enorme successo che lo rese anche incredibilmente ricco. Iniziò quindi una serie di mostre che lo portarono a Boston, Saint Louis, Chicago, dove ogni volta espose centinaia di opere sempre con grande successo.
Tre anni dopo la mostra di New York, Huntington gli commissionò la decorazione delle pareti della Biblioteca interna della Hispanic Society, un’impresa imponente per vastità, impegno e difficoltà. L’idea era di ricomporre l’anima della Spagna attraverso la rappresentazione delle sue identità regionali in sedici grandi scene. Un tema che richiedeva anche una lunga preparazione di studio, la cui realizzazione occupò Sorolla per sette anni, durante i quali preparò studi e bozzetti a dimensioni naturali e che lo portò ad approfondire gli usi e costumi regionali spagnoli in un susseguirsi di figure, paesaggi e ambienti.
Nel suo soggiorno newyorkese Sorolla dipinse dall’alto prediligendo un taglio verticale, dove il paesaggio urbano viene ridotto a macchie stilizzate, come schiacciate da una verticalità bidimensionale.
IL PITTORE DEI RIFLESSI
I riflessi sono una costante nella pittura di Sorolla, li troviamo nelle fontane, nell’acqua del mare, nei dipinti dei bambini sulla spiaggia. Le sue pennellate sembrano dissolversi nella luce del sole e nei giochi d’acqua. Ogni quadro è quasi una sfida per dimostrare le sue capacità con il pennello.
Nessuno come lui ha mai saputo rendere l’afa intensa di un pomeriggio spagnolo, l’effetto dei raggi sulle onde del mare, la luce del sole riflessa sull’acqua.
Il sole, il mare e la spiaggia, l’estate immortalata in tutta la sua gioia, nei giochi dei bambini sull’acqua, nei riflessi di luce, quasi dei tagli sulla superficie dei corpi bagnati dei bimbi, sempre dipinti con un incredibile taglio fotografico dove anche le ombre vengono riflesse nell’acqua.
Joaquín Sorolla y Bastida morì a sessant’anni nel 1923, due anni dopo, nel 1925, la moglie Clotilde fece testamento donando tutti i suoi beni allo Stato per fondare un museo in memoria del marito. Il Museo Sorolla conserva l’atmosfera originale della casa e dello studio del pittore e custodisce la più ricca collezione delle sue opere. Si tratta di una delle case di artista più complete e meglio conservate in Europa, e il giardino, anch’esso progettato da lui, è una splendida oasi in città.
Nel museo sono riuniti la maggior parte degli oggetti raccolti da Sorolla in vita. Predomina l’opera dell’artista, la pittura e il disegno, cioè la collezione più ampia e rappresentativa che vi si conserva.
Proviene dalle donazioni che fecero la moglie e i figli e che crebbe, nel 1951, con la consegna di tutti i beni da parte del figlio maschio di Sorolla, Joaquín Sorolla García. Dal 1982 è stata ulteriormente accresciuta grazie alle acquisizioni effettuate dallo Stato spagnolo per completare la collezione. (https://www.esmadrid.com/it/informazioni-turistiche/museo-sorolla)
La mostra a Palazzo Reale porta alla luce del pubblico italiano le opere di un pittore quasi completamente sconosciuto nel nostro Paese e che solo da pochi anni è stato riscoperto a livello internazionale.
Per saperne di più: https://it.wikipedia.org/wiki/Joaqu%C3%ADn_Sorolla
Fonti:
Joaquìn Sorolla – Pittore di luce – Skira 2022
©Giusy Baffi 2022
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