Un designer alla corte del Re Sole
André Charles Boulle è stato, per il suo tempo, un vero e proprio designer innovatore.
Nato a Parigi nel 1642, fin dagli inizi della sua lunga e brillante carriera seppe coniugare il talento e l’originalità; grazie a una formazione artistica completa riuscì a perfezionare una tecnica particolarissima di intarsio utilizzando per la decorazione del mobile, oltre alle varie essenze di legni esotici pregiati, anche fogli di rame, di ottone e di stagno, metalli che ben si accordano con altre materie quali l’ ebano o la tartaruga, creando dei decori molto contrastati.
Nel 1672 André Charles Boulle ottenne dal re Luigi XIV, il Re Sole, il titolo di “ebanista e scultore di corte” e un laboratorio personale nel Louvre. Alla corte del Re Sole André Charles Boulle disegnò e realizzò non solo mobili ma anche orologi, candelieri, cornici, pavimenti, lampadari che, pur restando nel gusto barocco dell’epoca, contribuirono a creare uno stile particolarissimo, lo stile Boulle appunto.
I pannelli dei suoi mobili erano decorati con ricchissimi arabeschi in legno, tartaruga, peltro e ottone, i disegni erano spesso frutto della sua stessa fantasia ma molti spunti venivano tratti dai disegni di Jean Berain, tra i motivi iconografici più frequenti figuravano paesaggi, figure, drappeggi incorniciati da festoni, mascheroni e foglie d’acanto in bronzo dorato.
Nel 1707 André Charles Boulle pubblicò una raccolta di sue incisioni di mobili dal titolo Nouveaux deisseins des meubles et ouvrages de bronze et de marqueterie inventés et gravés par André Charles Boulle (Nuovi disegni di mobili e lavori di bronzo e di intarsio inventati e incisi da André Charles Boulle).
Vengono così creati armadi, commodes, scrivanie, piccole biblioteche che hanno in comune, oltre al disegno particolarissimo, la preziosità dei materiali, la finezza e lo splendore dei bronzi dorati al mercurio e testimoniano la sua ricerca d’innovazione formale e la sua rottura con il classicismo.
Le sue commodes, a due cassetti con i superbi bronzi sui montanti e i piccoli piedi a trottola, le basse librerie dal fronte tripartito e i piccoli mobili d’appoggio sono elementi d’arredo copiati a lungo non solo nei materiali ma anche nelle forme.
Seguaci o imitatori?
Una tale magnificenza non poteva non venire imitata negli anni successivi da un gran numero di ebanisti, sia in Francia che in Inghilterra.
In Inghilterra, già durante il regno di Giorgio IV (1811-1830) i mobili in stile Boulle divennero di gran moda e a Londra molte ditte riprodussero, in maniera egregia, parecchi mobili in questo stile: Tom & Emanuel in Bond Street il cui marchio proclamava: “Produttori di mobili con intarsi Buhl”, ai quali, nel 1850 circa subentrò un’altra ditta la Toms & Luscombe che nel 1862, in occasione della Grande Esposizione di Londra eseguì una scrivania a 5 cassetti che imitava lo stile Boulle sia per gli intarsi in metallo ad arabeschi alla Berain che per l’uso dell’ebano e dei bronzi.
Anche le ditte Thomas Parker in Air Street e Louis Le Gaigneur in Edgware Road produssero in quella seconda metà dell’800 altri mobili in stile Boulle.
A Parigi lo stile Boulle si protrasse a fasi alterne fino alla fine dell’800, raggiungendo il suo apice nel periodo Napoleone III, dove assistiamo a un ritorno, oltre agli altri stili in auge nelle epoche passate, allo stile Boulle.
Tra i grandi va menzionato Joseph Baumhauer, eletto nel 1749 “ebanista privilegiato del Re”, che produsse alcuni mobili con la tecnica Boulle, come la coppia di angoliere in ebano, tartaruga, bronzo e ottone.
Etienne Levasseur fu uno dei primo imitatori di Boulle: diventato nel 1767 “maestro ebanista” di corte restaurò alcuni mobili di Boulle per poi ripeterne lo stile con mobili di sua produzione, come la bassa libreria che riprende la linea di quella di Boulle.
Nel 1834, la ditta Jacob Desmalter, già fornitrice delle residenze imperiali e che vantava tra le sue clienti più assidue Paolina Borghese, eseguì un piccolo mobile destinato al salone dei concerti delle Tuileries, imitando quasi perfettamente i bronzi di Boulle.
Mathieu Béfort, con negozio in Faubourg Saint Honoré, realizzò nel 1880 dei bellissimi mobiletti d’appoggio e Henry Dasson, con negozio in Rue Vieille Du Temple eseguì nel 1881 circa una coppia di splendide commodes identiche a quelle che Boulle fece per il Re Sole e che si trovano a Versailles; anche se copiate queste commodes sono altrettanto preziose e rare, tant’è che sono state battute in asta nell’ottobre 2007 a 853.000 dollari.
Ma non tutte le imitazioni hanno delle quotazioni così alte, come non tutte le imitazioni sono altrettanto belle, anzi, sul mercato è molto facile imbattersi in semplici copie pedissequamente ripetitive che di Boulle hanno sono l’idea della lavorazione in tartaruga e metallo e null’altro.
La tecnica Boulle – la tarsia a incastro –
E’ una tecnica che comprende diverse fasi di esecuzione: sul banco vengono sovrapposte due lastre di uguale spessore, una di tartaruga e una di metallo sulle quali viene incollato un disegno prestabilito; si procede segando le lastre intorno al disegno, si ottengono così due parti perfettamente identiche e ugualmente ritagliate e sagomate con cui si costituisce, a piacimento, il fondo e il disegno.
A seconda che il fondo sia costituito dalla tartaruga o dal metallo si hanno due tipi diversi di intaglio definiti: “première-partie” se in tartaruga e “contrepartie” se in metallo.
Sui metalli vengono poi delicatamente effettuate delle incisioni a bulino successivamente riempite con cera scura o inchiostro di china diluito nella gomma-lacca. I metalli sono utilizzati in foglia anche se il peltro, metallo a volte troppo morbido, viene fuso e poi colato negli alveoli incisi appositamente nel motivo del lastrone. Tra i collanti naturali, oltre alle colle a base di ossa di coniglio venivano utilizzate, con discreto successo, anche colle a base di aglio.
Bibliografia:
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PIERRE RAMOND, La Marqueterie, EDITIONS H. VIAL 2002
ANNE-MARIE QUETTE, Le Mobilier Français – Louis XIII, Louis XIV, EDITIONS MASSIN
DANIEL ALCOUFFE, ANNE DION-TENENNBAUM, AMAURY LEFEBURE, Le Mobilier Du Musée Du Louvre, Tome 1, EDITION FATON 1993
BILL G.B. PALLOTT, Le Mobilier Du Musée Du Louvre, Tome 2, EDITION FATON 1993
ODILE NOUVEL-KAMMERER, Napoléon III années 1880, EDITIONS MASSIN
AURORA SPINOSA, Bronzo nella decorazione, FABBRI 1991
©Giusy Baffi 2019 (pubblicato su “Cose antiche” N.188 – Settembre 2008)
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