Come ogni anno, eccomi alla nuova edizione del MIA PHOTO FAIR 2018 di Milano, ormai un mio piacevole e consueto appuntamento; facilitata dall’ingresso nel giorno e nell’orario dedicato ai collezionisti, ho potuto tranquillamente e senza affollamento girare tra i vari stand.
Moltissime le proposte, parecchi galleristi, soprattutto stranieri, numerosi fotografi indipendenti e tanti amici ritrovati, fotografi, galleristi, critici d’arte, in una kermesse milanese irrinunciabile.
Al MIA cerco sempre qualcosa di diverso, qualcosa e qualcuno che riesca a colpirmi, a stupirmi, solitamente si tratta di stand non “urlati”, non esibiti sfacciatamente, e qui, come ogni anno, puntualmente qualcosa trovo, o ritrovo.
Quest’anno, presso la Galleria Jean Blanchaert ho ritrovato Claudio Montecucco, un autore che avevo già apprezzato in mostre precedenti ma che questa volta ho avuto la fortuna di poter conoscere personalmente, di lui mi hanno colpito le foto, ovviamente, ma soprattutto la sua persona, il suo modo di porsi, la sua cortesia, la sua grande disponibilità e la sua disarmante semplicità.
Un autore che immediatamente porta alla memoria gli scatti poetici di Doisneau, di Cartier Bresson.
Iniziamo così una conversazione lieve, dove Claudio mi apre il suo mondo.
GB: Ciao Claudio, vedo che nelle tue foto presenti alla Mostra ti focalizzi in gran parte sulle gambe e sulle scarpe delle donne, cosa vedi al di là? Come vedi la donna?
Claudio Montecucco: “Io credo che attraverso una gamba, una scarpa, si possa percepire gran parte della personalità di una donna, quindi anche dal suo modo di camminare, dal suo movimento; donne che magari ho già visto nei loro atti quotidiani, scendere da una macchina, mangiare, camminare, portare a spasso un bambino, sono situazioni che mi fanno capire il tipo di donna che è vicino a me ed è in quel momento che decido di inserirla in un mio lavoro.”
GB: Quindi sono donne attive, prese nella loro quotidianità.
Claudio Montecucco: “Certamente, il mio è un trasmettere quel senso di donna con dei valori, con delle tradizioni, io cerco una donna del passato che non corrisponde allo stereotipo attuale e quindi la mia ricerca va sempre verso un qualcosa che faccia trapelare una donna vera, a volte sicura di sé, altre pensierosa, altre volte perfino infantile. Cerco un tipo di abbigliamento che mi riporti agli anni ’60, alla classe, all’eleganza di quegli anni.”
GB: Vedo che tutti i tuoi scatti sono sempre in bianco e nero, perché questa scelta?
Claudio Montecucco: “Il bianco e nero rafforza il mio concetto, mi fa concentrare su quello che penso, non mi distrae da altre situazioni permettendomi di isolare completamente il soggetto.”
GB: Ho visto che hai fatto anche un progetto sui libri, sulla donna che legge, ma come hai iniziato?
Claudio Montecucco: “Sono molto affascinato dalla fotografia del Novecento e dagli artisti francesi. Cerco di andare indietro nel tempo e di trasmettere il passato. Ho iniziato con la fotografia d’architettura per i primi anni, poi per circa 15 anni ho fotografato chi legge, ovunque, in qualunque posto, l’importante è che lo scatto venga fatto in ambiente esterno. Non fotografo mai in studio o negli interni.”
“Mi affascina sia il libro sia chi lo legge, è un binomio che mi permette di entrare maggiormente in sintonia con la persona che fotografo, si crea sempre un legame tra il libro e il lettore, una sorta di intimità che io amo cogliere.”
“Ogni cosa parte da un qualcosa che uno prova, una fotografia mi deve suscitare prima di tutto un’emozione e vorrei poter far arrivare, ritrasmettere all’osservatore l’emozione che ho provato e quello che ho visto e sentito. Non si tratta solo una bella gamba, di un bel tacco, è riuscire ad andare oltre, io il viso quasi non lo guardo.”
“Osserva ad esempio questa foto, io sono rimasto affascinato dalla sua malinconia, dall’intensità del suo sguardo.”
“In questa foto mi ha affascinato la sua compostezza nello scendere le scale, in fondo sono fotografati solo dei pantaloni e delle scarpe normali, ma il tutto lascia intuire una donna riservata che scende con un’andatura quasi infantile, sembra quasi il passo di una bambina che ha preso le scarpe alla madre, alla sorella maggiore e si cimenta nello scendere le scale.”
“In quest’altra foto ho visto la donna sicura, qui è una donna moderna ma con una base classica, con una camminata distinta, un tacco non inquietante, una donna stabile che non ondeggia.”
“E la compostezza la troviamo anche in questa foto, una camminata elegante, una falcata di classe, come quella di un levriero.”
“In questa foto ho voluto mettere in risalto la diversità delle due donne, ho immaginato due personalità completamente diverse, il tacco stabile, basso, pratico è il motivo che mi ha spinto a fare questo scatto, la contrapposizione delle scarpe e degli atteggiamenti dei piedi mi ha fatto pensare alla solidità della donna, sicuramente più materna rispetto all’altra donna, più uno stereotipo contemporaneo.”
La nostra breve conversazione è finita, altre persone richiamano la sua presenza, lo stand è affollato all’inverosimile, Claudio ha un sorriso ed una frase per ognuno. Mi resta la piacevolezza di questo incontro.
“Quando si definisce Claudio Montecucco come un fotografo classico non ci si limita a una semplice constatazione – quella che si ricava osservando le sue riprese cosi attentamente composte da sembrare perfino un pò fuori dal tempo – ma si vuole così sottolineare una sua scelta di campo che è nella stessa misura estetica ma anche più intimamente psicologica. Non è un caso se fra gli autori prediletti cita quelli che tanti anni fa si aggiravano fra le strade parigine non tanto per catturare la realtà quanto per farsene sedurre: quel genere fu definito “photographìe humaniste” perché all’uomo guardava con indulgenza e fiducia. La stessa usata da Montecucco quando va alla ricerca di quei momenti strani e irripetibili dove accade qualcosa dì appena percepibile, capace però dì far intuire che stiamo davvero per sfiorare la bellezza. Inseguendo in esterni uomini e donne, giovani e anziani intenti alla lettura, solo apparentemente ha posto l’attenzione su questo fatto che pure lo affascina per una sua profonda predilezione personale. In realtà ha cercato di far emergere il rapporto fisico che tutti hanno stabilito con i luoghi in cui si trovavano, chi ponendo un piede sulla spalletta di un ponte, chi poggiando la schiena su un gradino, chi occupando una comoda panchina, chi scegliendo una più malagevole scalinata. Il suo sguardo complice li ha seguiti perfino con apprensione quando li ha visti sporgersi da una balconata o sedere in equilibrio su un muretto oltre il quale si immagina Il vuoto. Claudio Montecucco ha considerato i frammenti dì realtà da lui osservati come occasioni preziose ed è per questa ragione che le sue fotografie sono accurate e attentamente composte cosi da sottolinearne una intima dimensione teatrale di cui i protagonisti delle sue immagini non sono consapevoli: la persona seduta su una gradinata non sa di replicare la posizione della statua vicina, le due ragazze sdraiate In posture simmetriche paiono ulteriori decori sulla facciata di un palazzo mentre archi, volte, colonne esaltano la maestosità di architetture che sembrano scenografìe. Qui li coglie il fotografo mentre, intenti alla lettura, neppure si accorgono di quanto li circonda e chissà se la ragazza seduta sul balconcino proteso sul vuoto ha letto quella frase di un innamorato che forse proprio a lei confessa un po’impudicamente con una scritta sul muro dell’inutilità di una vita senza amore.” Roberto Mutti
Claudio Montecucco – Biografia: Nato a Perugia, Claudio Montecucco si diploma come tecnico delle industrie meccaniche e acquisisce la qualifica triennale di designer industriale Cad. Iscritto alla Facoltà di Architettura di Firenze, dopo alcuni esami abbandona gli studi per lavorare nella gioielleria di famiglia come designer di gioielli e per proseguire gli studi di pianoforte. Amante di ogni forma d’arte, cita volentieri gli autori in cui si riconosce come Albert Einstein (”La fantasia è più importante della conoscenza”), Marguerite Duras (”Quello che mi aiuta a vivere è l’istante”), Robert Doisneau (”Quello che cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo dì ricevere. Le mie foto erano come una prova che questo mondo può esistere”). Uomo schivo e poco incline ad apparire, Montecucco ha iniziato a fotografare (prevalentemente immagini di architettura) solo da alcuni anni quando ha capito che la fotografia gli permetteva dì esternare qualcosa di fortemente personale. La sua ricerca è quella del cosiddetto “istante inafferrabile”, quello che vorrebbe catturare ogni giorno camminando per strada con la sua macchina fotografica. (http://www.umbria24.it/cultura/perugia-le-foto-di-claudio-montecucco-battezzano-lo-spazio-espositivo-di-umbro)
Esposizioni:
“MIA Fair 2018 ” Milano 8-12 marzo 2018 (Galleria Blanchaert)
“White” Fondazione Cariperugia Arte, Perugia 27 ottobre- 10 novembre 2017
“Alla ricerca del lettore perduto” Kasa dei Libri Milano 20 settembre – 10 novembre 2017)
“Wopart 2017” Lugano 14-17 settembre 2017 ( Galleria Blanchaert)
Accademia Belle Arti Di Brera – 12 giugno 2017 – Presentazione “Emozioni e Sentimento”
“Io e te” Complesso Museale S. Francesco – Montefalco 15 aprile -11 giugno 2017
“In Cammino” Paola Sosio Contemporary Art Gallery Bormio 27 dicembre 2016 -10 marzo 2017
“MIA Fair 2017 ” Milano 9 -13 marzo 2017 (Galleria Blanchaert)
“L’Intimità” Museo MuSa Pesaro 8 dicembre 2016-10 marzo2017
“MIA Fair 2016” Milano 28 aprile- 2 maggio 2016 (Galleria Romberg)
“Fotofever, Carrousel du Louvre” Parigi 12-15 novembre 2015 (Galleria Romberg)
“MIA Fair 2015”. (Galleria Blanchaert) Milano 10 – 13 aprile 2015
“In Cammino”. Palazzo della Penna, Museo Civico di Arte Contemporanea, Perugia 9 – 29 marzo 2015
“MIA&D Fair 2014”. (Galleria Blanchaert) Singapore 23 – 26 ottobre 2014
“Leggere Perugia”. Palazzo della Penna, Museo Civico di Arte Contemporanea, Perugia 16 giugno – 6 ottobre 2014
“MIA Fair 2014”. Milano 23 – 25 maggio 2014
“Perugia in Cammino”. Palazzo della Penna, Museo Civico di Arte Contemporanea, Perugia 21 dicembre 2013 – 6 aprile 2014
“Umbrialibri 2013”. Palazzo della Penna, Museo Civico di Arte Contemporanea, Perugia 7 – 10 novembre 2013
“Leggere Perugia”. Ex Chiesa di Santa Maria della Misericordia, Perugia 22 giugno – 14 luglio 2013
http://www.claudiomontecucco.it
Alla ricerca del lettore perduto, nelle fotografie di Claudio Montecucco
©Giusy Baffi 2020 (pubblicato su ArteVitae.it il 5 aprile 2018)
© Le foto sono tutte soggette a copyright per gentile concessione di Claudio Montecucco. .L’uso del video è esclusivamente a scopo esplicativo. L’intento di questo blog è solo didattico e informativo.
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