La Pyramide all’ingresso del Museo del Louvre è l’opera più conosciuta al mondo, un’icona mondiale, progettata dall’architetto di origine cinese ma naturalizzato americano Ieoh Ming Pei. Ma non è certo l’unica opera di questo fantastico architetto.
“L’architettura è lo specchio della vita. Devi solo gettare gli occhi sugli edifici per sentire la presenza del passato, lo spirito di un luogo; sono il riflesso della società.” – IM Pei
Ieoh Ming Pei, morto a 102 anni il 16 maggio 2019, è stato uno degli architetti più illustri del XX secolo, il primo architetto non occidentale a operare su una scala globale, vincitore di numerosi premi tra cui il Premio Pritzker nel 1983, con questa motivazione: “Ha realizzato alcuni dei progetti più belli di questo secolo, ma il significato delle architetture di Pei va oltre la limitazione del tempo, passando dalle ragioni del passato all’attenzione per le nuove forme di energia”.
I.M.Pei nacque a Canton, in Cina il 26 aprile 1917. Era figlio di un banchiere e visse prima a Hong Kong e poi a Shanghai. Studiò architettura negli Stati Uniti, dove si trasferì a metà degli anni Trenta per frequentare la Pennsylvania University. In seguito studiò anche al MIT a Boston, in Massachusetts, dove nel 1940 ottenne la laurea in architettura. Quando iniziò la Seconda guerra mondiale, decise di non tornare in Cina: si iscrisse invece ad Harvard, dove ebbe come professore l’architetto modernista tedesco Walter Gropius, fondatore della Bauhaus.
Nel 1954 fu naturalizzato statunitense, un anno dopo fondò I.M.Pei & Partners, che nel 1989 si trasformò in Pei Cobb Freed & Partners, essendosi nel frattempo associato con James Ingo Freed e con Henry N. Cobb.
I.M. Pei lavora principalmente nella progettazione di musei, edifici universitari e biblioteche, interpretati da volumi puri che tracciano ombre drammatiche, accompagnati da sequenze spaziali che culminano spesso in oggetti scultorei.
Le forme di I.M. Pei, sia come schizzi schematici che come opere costruite, sono facilmente riconoscibili, essendo composte da forme forti e familiari che tagliano profili nitidi contro il cielo.
I.M Pei è da considerare un architetto modernista che lavora sul sottile confine tra avanguardia e conservatorismo, con uno stile pulito e spigoloso, fatto di geometrie semplici giocando con una sequenza di volumi dalle forme circolari, prismatiche, poligonali, cilindriche, a cono e con aspirazioni monumentali, i materiali che preferisce sono il cemento armato, alleggerito con vetro e acciaio, giocando così sull’effetto scenico dei pieni e dei vuoti.
“Ciò che amo di più dell’architettura è che resiste alla prova del tempo” I.M. Pei
Le città americane, spesso caratterizzate da pochi edifici emergenti e nelle quali è assente la stratificazione, si affidano a I.M.Pei per realizzare monumenti moderni capaci di costruire delle singolarità urbane e interpretare valori civici e culturali.
Il Luce Memorial Chapel, Campus dell’Università Tunghai di Taichung a Taiwan, costruito nel 1963, è tra i primi esempi della leggerezza e della poetica di I.M.Pei, la sagoma triangolare affusolata ed elegante suggerisce due mani che si uniscono in preghiera. Il semplice profilo della cappella che si staglia contro il cielo imprime un ricordo duraturo sull’anima umana.
Biblioteca e Museo Presidenziali John F. Kennedy – Boston – 1978
Sempre della fine degli anni ’60 anche se terminata molti anni dopo e voluta fortemente da Jacqueline Kennedy, è la realizzazione della Biblioteca e Museo Presidenziali John F. Kennedy a Boston. Un degno tributo al defunto 35° presidente degli Stati Uniti. L’edificio è costituito da una torre bianca triangolare in cemento di 10 piani dedicata ad archivio, una base cilindrica a due piani per spazi espositivi e teatri e un padiglione commemorativo alto più di 33 metri in acciaio e cristallo con vista su Dorchester Bay e sullo skyline di Boston.
Pyramide du Louvre – Parigi – 1989
Ma è a Parigi che avviene la consacrazione definitiva dell’opera di I.M.Pei, quando i suoi volumi imponenti, sospesi fra modernità e permanenza, appaiono come la perfetta declinazione dei piani di Mitterrand, che gli commissiona appunto l’accesso monumentale al museo del Louvre.
La piramide venne inaugurata il 29 marzo del 1989 e con il tempo ci si rese conto che si trattava effettivamente di un monumento geniale.
Il direttore del museo, Jean-Luc Martinez, ha dichiarato: “Il Louvre è l’unico museo al mondo la cui entrata è un capolavoro. La piramide è il suo simbolo moderno. Un’icona alla stregua dei capolavori che custodisce, come la Gioconda e le Venere di Milo”.
L’idea di Pei era quella di usare un vetro trasparente per interagire con il cielo e l’ambiente circostante. Al momento della costruzione l’architetto ha preteso, affinché la vista del magnifico palazzo del XIV secolo non risultasse distorta, che il vetro fosse più trasparente possibile, la vetreria fornitrice ha risolto con un vetro float realizzato in forni elettrici utilizzando grafite e molibdeno.
La grande piramide, alta 22 metri con una base di 35 metri, ha accanto altre i tre piramidi più piccole, dell’altezza di cinque metri. All’interno, in corrispondenza con il Carrousel du Louvre, è presente la Pyramide Inversée, ideata per illuminare l’interno del Carrousel, alta 13 metri la cui punta si ferma a un metro e mezzo dal suolo, in corrispondenza della punta c’è un’altra piramide, in pietra, alta circa un metro.
Il progetto dal design audace e avveniristico, che ha sfidato le critiche, è stato capace di innescare una rinascita dell’architettura dei musei a livello mondiale, secondo l’attuale direttore del Louvre, Jean-Luc Martinez, l’architettura di Pei è stata la chiave per la crescita e il successo del museo, diventando un simbolo iconico riconosciuto nel mondo.
Bank of China – Hong Kong – 1989
La Bank of China è una costruzione alta circa 367 metri, un imponente punto di riferimento nello skyline di Hong Kong. La struttura, una torre asimmetrica alta 70 piani in vetro e acciaio, suggerisce, con le sue forme, una foresta di bambù i cui steli si spingono verso il cielo. Le traverse esterne del rivestimento creano sfaccettature prismatiche realizzate con vetri riflettenti in modo da rispecchiare il cielo e la luce.
Palazzo Lombardia – Milano – 2010
“I.M.Pei inventò Palazzo Lombardia segnando la rivoluzione urbanistica di Milano” – Attilio Fontana – Presidente Regione Lombardia 2019
In Italia I.M. Pei ha lavorato solo a Milano, con la progettazione di Palazzo Lombardia inaugurato nel 2010, sede della Regione Lombardia.
E’ un complesso ad andamento plurimo, con il grattacielo alto 161 metri in cemento armato, acciaio e vetro ed una serie di strutture più basse ad andamento curvilineo raccordate tra loro da una piazza ovoidale ricoperta da una struttura modulare realizzata in una particolare plastica trasparente.
Si tratta della piazza coperta più grande d’Europa, in grado di contenere oltre tremila persone. Molte sono le innovazioni tecnologiche e di risparmio energetico applicate alla struttura: pannelli fotovoltaici presenti su alcune facciate nonché un muro climatico, costituito da un’intercapedine tra i vetri esterni della facciata e quelli interni, che raccoglie il calore solare permettendone il riutilizzo.
Vista dall’alto, l’intera struttura sembra abbracciare virtualmente la città.
Museo Miho – Shigaraki – 1997
“L’arte, l’architettura e la natura posseggono la stessa essenza spirituale e il mio sogno è trovare l’armonia tra tutti questi elementi.” I.M. Pei
Ritroviamo questa armonia nella progettazione del Museo Miho a Shigaraki (Giappone) del 1997.
Commissionato da una grande collezionista giapponese, Mihoko Koyama (1910-2003) e situato a pochi chilometri da Kyoto, bisognava rispettare il cuore e la tradizione giapponese che valorizza l’armonia degli edifici con i paesaggi.
La sua costruzione è unica in quanto l’80% degli edifici costruiti sono nascosti dalla vegetazione o addirittura interrati per armonizzarsi completamente con l’ambiente e la vista circostante.
I dettagli del museo riflettono lo sforzo innovativo del progettista di aprire nuovi orizzonti, come il nuovo aspetto delle pareti di vetro inclinate nonché il calore dei materiali utilizzati, in particolare il calcare Magny Doré e il cemento colorato utilizzato per il tunnel di collegamento tra i vari corpi del museo.
Il design degli interni è il risultato di una geometria che riesce a fondere i colori ambrati delle pareti con la luce naturale. Del resto tutti i più famosi lavori di Pei sono regolati dalla rigida “disciplina” della geometria come lui stesso ha affermato: “La geometria è entrata presto nel mio lavoro perchè negli Stati Uniti il centro delle città è regolato dalla geometria. Essa è disciplina e io sono sempre stato disciplinato”.
Suzhou Museum Suzhou 2006
Sempre in stile prettamente orientale è la costruzione del nuovo museo Suzhou Museum Suzhou (Cina), del 2006
Il nuovo museo è adiacente al famoso Humble Administrator’s Garden e al Lion Forest Garden, due delle tradizionali case-giardino di Suzhou e tra i monumenti più famosi della città.
La costruzione ha un perfetto equilibrio tra pieni e vuoti, in un rigore geometrico tipico dello stile di I.M. Pei caratterizzato da quadrati, rettangoli e piramidi.
Elementi come simmetria, geometria e attenzione alle linee sono condivisi nelle tradizioni cinesi e moderniste. Le pareti esterne sono accentate ed evidenziate con le linee grigie che definiscono la figura dell’edificio, proprio come la calligrafia tradizionale cinese.
Rock and Roll of Fame – Cleveland – 1995
“Nel progettare questo edificio”, ha detto Pei, “era mia intenzione riecheggiare l’energia del rock and roll. Ho usato consapevolmente un vocabolario architettonico audace e nuovo, e spero che l’edificio diventerà un punto di riferimento drammatico per la città di Cleveland e per gli appassionati di rock and roll di tutto il mondo”.
Si tratta del famosissimo Rock and Roll of Fame – Cleveland terminato nel 1995, un ampio spazio espositivo dedicato al Rock and Roll dove I.M. Pei usa tutta la sua energia e fantasia in una combinazione di forme geometriche e di spazi a sbalzo ancorati ad una torre alta 50 metri. A tagliare il nastro dell’inaugurazione sono intervenuti anche Yoko Ono e Little Richard.
Macao Science Museum – Macao – 2009
Il Macao Science Museum a Macao, terminato nel 2009, è un centro di 23.000 metri quadrati che ospita gallerie espositive interattive, strutture per conferenze, sale per seminari avanzate e un planetario da 150 posti con uno schermo emisferico dotato di proiettori digitali 3D ad alta risoluzione.
Anche qui I.M. Pei ha giocato su volumi geometrici articolati per specifici programmi funzionali; il corpo principale è costituito da un cono inclinato, da un emisfero e da un romboide. La parte esterna è rifinita da pannelli in alluminio e granito scuro. Posizionato sul lungomare di Macao è diventato il punto di riferimento della città stessa.
Guanajuato State Library – Messico – 2006
Due volumi collegati da una galleria vetrata formano il progetto per la Guanajuato State Library, in Messico. Tre sono i materiali maggiormente utilizzati: la “cantera” pietra vulcanica messicana dal tenue colore rosa, che riveste le facciate esterne, il vetro della galleria e l’acciaio verniciato bianco della scala principale all’interno e della pergola.
La costruzione è stata la vincitrice del prestigioso premio AIA/ALA Library Building Award 2009.
Museum of Islamic Arts – Doha – 2008
Il Museo di Arte Islamica a Doha, nel Qatar, terminato nel 2008 è un altro esempio della genialità di questo architetto, dal quale traspare tutto il rispetto, con le sue opere innovative, del territorio e dei suoi abitanti.
Il Museum of Islamic Arts è il primo nel suo genere nel Golfo Persico ed è dedicato ad essere il principale museo di arte islamica al mondo.
Le forme austere, quasi primitive dell’edificio, dalle superfici pulite e astratte si fondono, come in un’eco, sia con lo stile del modernismo che con quello dell’antica architettura islamica.
La struttura è composta da una gamma di forme architettoniche islamiche convenzionali con due edifici in pietra calcarea color crema, un edificio principale a cinque piani e un’ala educativa a due piani, collegata attraverso un cortile centrale.
La commistione di temi moderni e islamici continua all’interno, dove I.M.Pei ha saputo progettare un tempio dedicato all’arte ponendo la cultura sullo stesso piedestallo della religione. Obiettivo ampiamente raggiunto perché ha plasmato un simbolo della cultura islamica che ospita abbaglianti collezioni trasformando il tutto in un patrimonio comune, usufruibile da tutti, sottolineando le ambizioni culturali del Paese.
Per accentuare maggiormente il senso di isolamento dal mondo esterno, Pei ha costruito il Museo dell’Arte Islamica su una piccola isola artificiale, accessibile da un breve ponte e fornendo uno spettacolare scenario scenico.
I lavori di I.M. Pei sono innumerevoli ed hanno lasciato un segno indelebile nel mondo dell’architettura contemporanea.
Pei rimane sempre un architetto fedele a se stesso senza mai confrontarsi con la cultura postmoderna che rimette continuamente in gioco codici linguistici, un autore di monumenti globali, eleganti e dalla potenza plastica, ultimi esemplari di una modernità aulica che rimarrà la sua firma fino all’ultimo.
©Giusy Baffi 2020
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