L’EFFETTO DELLA FARFALLA E LA TEORIA DEL CAOS: le libere divagazioni di Luca Tizzi
Con immenso piacere ho deciso di ospitare nel mio sito alcuni autori che trattano e approfondiscono argomenti sull’Arte, che sia pittura, architettura, musica, fotografia e qualunque forma d’arte antica, moderna e contemporanea.
Ospitando con gioia Luca Tizzi e le sue “Libere Divagazioni” si chiacchiera di musica e di cinema e, attraverso questi mezzi, l’autore pone domande che portano a riflettere.
ll minimo cambiamento può significare una storia del tutto diversa. Come l’effetto farfalla può determinare il futuro con eventi imprevedibili.
di Luca Tizzi
La cosa più difficile da gestire è la libertà; pur essendo indispensabile come l’aria che respiriamo, anelata come l’acqua per un assetato, è di difficile gestione se non si vuole interferire con quella altrui.
Queste libere divagazioni non dovevano essere così, fattori esterni hanno influenzato le mie intenzioni e ho deciso di scrivere del caos per come lo hanno descritto nella letteratura e nel cinema.
La prima volta che si parla di “Caos” in letteratura credo sia in un romanzo di Ray Bradbury, Rumore di Tuono, del 1952.
Parla di un viaggio fatto da dei turisti utilizzando una macchina del tempo. Uno di questi turisti, trasportato nella preistoria, inavvertitamente calpesta e uccide una farfalla.
Questo fatto, apparentemente insignificante, provoca una serie di cambiamenti tali da influenzare la storia dell’umanità.
“L’effetto farfalla” fu citato dal meteorologo del MIT Edward Lorenz, che durante un congresso così descrisse la sua Teoria del Caos:
“A butterfly flapping its wings in Brazil can produce a tornado in Texas”.
Può il battito d’ali di una farfalla scatenare un uragano a migliaia di chilometri di distanza?
Può il piccolo gesto di un uomo modificare la storia dell’umanità?
E’ questo che molti scrittori, sceneggiatori, registi hanno cercato di raccontare nel corso degli anni, soprattutto dal 1952 in poi.
Se ne parla in Jurassic Park di Spielberg:
I numeri 2796, 2801, 2804 e 2808 di Topolino parlano di una “Missione effetto farfalle”. La trilogia di “Ritorno al Futuro” forse ne è la narrazione più evidente e conosciuta con la sua serie di viaggi nel tempo per modificare i destini degli interessati.
Ispirato dal regista coreano Hyun-Seung Lee, che ha girato nel 2000 il film Si-wor-ae, il regista Alejandro Agresti nel 2006 rimette insieme la vecchia coppia Sandra Bullock e Keanu Reeves e manda nelle sale “La casa sul lago del tempo” (The Lake House).
Lo hanno dato giorni fa in tv e prima che me ne dimentichi ve ne voglio parlare.
E’ la storia di un medico, Kate Forster, interpretato da Sandra Bullock che soccorre un uomo travolto da un autobus senza vederne il volto.
Kate si è da poco trasferita ed ha lasciato nella cassetta della posta della casa dove abitava il suo indirizzo nel caso il nuovo inquilino ne avesse bisogno. La casa è stata costruita dal padre di Alex Wyler, Keanu Reeves, che aprendo la cassetta della posta trova il biglietto di Kate e le risponde, Kate vive nel 2006 e Alex nel 2004, due anni di tempo li separano.
Inizia uno scambio di lettere tra i due che finirà per farli innamorare, decideranno di incontrarsi nel miglior ristorante di Chicago due anni dopo. Alex non andrà all’appuntamento e Kate decide di interrompere quella corrispondenza.
La riprenderà solo quando si rende conto che l’uomo ucciso dall’autobus altri non era che il suo amato che stava andando ad incontrarla.
In un irrefrenabile desiderio di modificare la storia e il suo destino Kate scrive un ultima lettera ad Alex chiedendogli di non andare al loro appuntamento e di non cercare di incontrarla se non due anni dopo, il 14 Febbraio del 2006 in quella casa sul lago.
Il film finisce con la distanza temporale che si azzera e Kate e Alex che possono incontrarsi, abbracciarsi e condividere realmente i propri destini.
La nostra libertà è importante, abusarne a scapito di chi ci circonda, fosse il vicino di casa o l’intero pianeta, non è giustificabile.
Non possiamo sapere come le nostre azioni cambieranno la nostra vita o la storia dell’umanità ma credo sia bene un bene rendersi consapevoli che ogni piccola azione ne influenza un’altra più grande.
Teniamolo a mente soprattutto quando ci rapportiamo con la natura.
I nostri piccoli gesti possono cambiare in meglio, o in peggio, il nostro modo di vivere sulla terra.
©Luca Tizzi 2017
©Pubblicato su ArteVitae il 10 novembre 2017
© Pubblicato sul blog https://theclearroom.wordpress.com/
Note biografiche di Luca Tizzi:
Florentini natione non moribus – Luca Tizzi nasce a Firenze nel 1961, la abbandona dopo 30 anni e si trasferisce nel paese di origine dei genitori, sull’Appennino Tosco-Romagnolo in provincia di Forlì-Cesena. Percorso di studi arruffato, bancario per motivazioni alimentari ma senza convinzione, si interessa di Cinema, Musica, Fotografia, Arte, Fumetti e molto altro. Gli piace scrivere anche se dice di non esserne capace, gli piace fotografare perché non sa disegnare, ma anche in questo dice di riuscire poco bene. Sogno nel cassetto, diventare ricco scrivendo cose orribili che leggono in molti. libere Divagazioni è la rubrica di intrattenimento da lui condotta, nella quale scrive di musica e canzoni, ma anche di arte e libri e molto altro, con la spiccata caratteristica che lo contraddistingue di saper ricercare l’aspetto meno noto, la curiosità più stuzzicante, per regalarvi delle chicche molto appetitose.
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