Archistar del nostro tempo, Norman Foster è all’avanguardia nella sperimentazione di nuovi materiali e la risoluzione quasi totale del problema energetico, per tutti questi motivi è soprannominato “architetto high tech”
“Se non fossi un ottimista, sarebbe per me impossibile essere un architetto.” Norman Foster
Sir Robert Norman Foster nasce a Stockport il 1º giugno 1935, è ingegnere aeronautico, architetto e designer inglese. Inizia la sua professione nel 1963 con lo studio Team 4 insieme a Brumwell, Cheesman e Richard Rogers. Il Team 4 inizialmente progetta unità abitative che si ispirano ad un cubismo razionalista che rimanda a Le Corbusier, più improntato però ad una sperimentazione di un nuovo tipo d’abitazione, che sfrutta le aperture zenitali per ottenere la luce proveniente da ogni parte ed una spazialità interna senza frazionamenti per ottenere una massima flessibilità d’uso. Nel 1967 Foster fonda da solo lo studio Foster Associates.
Dice Foster di se stesso: “Nella mia vita ho pilotato aerei per moltissime ore, diciamo per quasi 200 giorni e 200 notti. Nonostante questo, ho ancora una voglia incredibile di volare. Ormai progetto da quasi 60 anni; il mio lavoro richiede molto tempo, implica economie difficili e una tensione creativa altissima, ma mi attrae oggi esattamente come quando ho iniziato. Sono a capo di una struttura di altissimo livello professionale, con i migliori consulenti al mondo e con straordinarie possibilità di ricerca sui materiali, ma nonostante tutto questo sono ancora attratto dal progetto come quando eravamo in due.”
“Quando ricevo un incarico mi sento come una falena davanti al fuoco, non posso fare a meno di andarci vicino fino quasi a bruciarmi.” Norman Foster
Gli architetti fondamentali nella formazione di Norman Foster sono Joseph Paxton (1803-1865) progettista del Crystal Palace, la prima costruzione in ferro e vetro realizzata nel 1851 per la prima Esposizione Universale a Londra e Mies van der Rohe (1886-1969) per la sua concezione nel mantenere una spazialità scatolare creando tuttavia una fluidità tra spazio esterno e interno.
I suoi principi di costruzione sono gli spazi isomorfi, estensibili all’infinito, dotati di massima flessibilità d’utilizzo, tecnologicamente avanzati sui sistemi di ventilazione, riscaldamento e luce in modo da ottenere il massimo dell’autonomia con il minimo impatto ambientale; spazi realizzati con la massima trasparenza, progettando involucri il meno possibile invadenti all’esterno e con una leggerezza visiva che si pone in un continuo dialogo tra ambiente esterno ed interno. Egli punta ad un’integrazione con tutti gli elementi, le sue forme non sono solo estetizzanti ma finalizzate a creare un risparmio energetico.
“Sono convinto che ci siano molti equivoci a proposito della tecnologia. Per me si tratta di un mezzo per conseguire un fine. Sono l’impiego dell’intelligenza e l’uso dei materiali a produrre concetti e idee.” Norman Foster
Questi suoi principi vengono già attuati una delle sue prime opere, la Sede della Willis Faber and Dumas a Ipswich, realizzata tra il 1971 e 1975, dove è evidente la sua concezione di spazio isomorfo dalla massima flessibilità e riproducibile con moduli in serie e la grande attenzione per i flussi di circolazione al suo interno con l’utilizzo di grandi scale mobili che diventano un elemento figurativo caratteristico dei suoi lavori.
Per il Sainsbury Centre for Visual Arts iniziato nel 1974 a Norwich, Foster crea un enorme traliccio di sostegno realizzato industrialmente, all’interno del quale si sviluppano tutte le parti tecnologiche, mentre tutto il resto è un enorme open-space che comunica con l’esterno da pareti in vetro.
Il culmine di queste sue iniziali esperienze è la fabbrica Reynaers Control in cui si pone come obiettivo riuscire a realizzare tutto a bassi costi applicando la rapidità costruttiva con l’utilizzo di soli pezzi di serie per un maggior contenimento dei costi.
La sua prima grande opera è la Hong Kong Shangai Bank a Hong Kong costruita tra il ’79 e l’86 e soprannominata la Torre di Luce. Nell’aspetto esterno Foster evidenzia anche formalmente la componente strutturale ed impiantistica, lo scheletro d’acciaio che sostiene il grattacielo è denunciato con linee diagonali che evidenziano le linee statiche di forza.
Norman Foster cerca sempre di rendere visibile la componente costruttiva, oltre che a realizzare dei piani terra, di notevole dimensione, in modo da portare la luce e il sole fino del cuore dell’edificio.
Con questi stessi principi è costruito il terminal dell’aeroporto di Stantsed a Londra, sottostando al principio della trasparenza, tutto l’impianto strutturale è a tralicci a piramide invertita in ferro dentro i quali passa tutta la parte tecnica, il tetto reticolato sembra galleggiare illuminando anche gli interni con giochi di luce che creano un disegno stellare.
L’edificio che dà il via alle sue progettazioni in campo monumentale museale, il Carré d’Art a Nîmes, grande centro polivalente, è costruito su vari piani anche interrati, la costruzione si trova in corrispondenza di un vecchio tempio romano e i due monumenti si fronteggiano; da qui la necessità di trovare una connessione visiva tra queste due opere.
Norman Foster progetta un’architettura con lo stesso rapporto volumetrico dell’altro edificio, della medesima altezza, il più possibile trasparente e con un enorme elemento a sbalzo in modo da non creare una contrapposizione visiva ma una valorizzazione reciproca; il museo sembra una grande scatola trasparente le cui schermature sono realizzate con elementi frangisole e con gli interni completamente vuoti; uno spazio isomorfo, dai collegamenti interni realizzati ed enfatizzati con passerelle, scale vetrate e ascensori che mettono in comunicazione i vari piani.
Il suo primo capolavoro è l’edificio del Reichstag (1999) la sede del Parlamento tedesco a Berlino, questo edificio fa parte del processo di riqualificazione della città dopo la distruzione della guerra; semidistrutto dalla guerra, il fabbricato, dal forte valore simbolico, è stato recuperato con un ampliamento.
“Ci trovammo di fronte un edificio il cui simbolismo mutilato aveva poco significato per i Tedeschi contemporanei. L’approccio più semplice sarebbe stato quello di sventrare il Reichstag e inserire un moderno edificio al posto del tessuto esistente, risalente in parte al XIX secolo e in parte agli anni ’60. Ma più approfondivamo la conoscenza dell’edificio, più ci rendevamo conto che la storia risuonava ancora in modo potente al suo interno e che non potevamo eliminarlo.” Norman Foster
L’intervento progettuale di Foster consiste nell’avere inserito una cupola di vetro a copertura dell’aula del Parlamento, un enorme soffitto trasparente, quasi a voler sottolineare la doppia valenza della trasparenza. Vi è solo un unico e grande accesso, sia per i politici che per i cittadini in visita, che vengono così uguagliati. Si accede all’interno tramite due rampe elicoidali che fungono anche da anello d’irrigidimento della cupola stessa.
Al centro della cupola vi è il “light sculptor” un tronco di cono, nel quale sono inseriti tutti gli elementi tecnici, che si estende fino alla sua sommità terminando in una terrazza. Rivestito da 360 specchi è munito di schermo mobile automatizzato che impedisce la penetrazione del calore e la vivida luce solare. Intorno al cono girano le rampe elicoidali e gli specchi creano, oltre al continuo rimando tra interno ed esterno, un gioco di rifrazione continua di estrema suggestione.
Gli interni trasparenti si contrappongono alla massa spessa e pesante della struttura storica, creando un dialogo fra passato e presente. Tutto il Reichstag è concepito ad impatto ambientale vicino allo zero, la luce naturale che colpisce e modella gli spazi viene recuperata e convertita in energia, la cupola è costituita da 100 moduli a triangoli vetrati a tecnologia avanzata con funzioni termiche, nei quali sono inserite cellule fotovoltaiche.
Di notte, quando la luce della sala del Parlamento illumina la cupola come una lanterna, informa i berlinesi che il Parlamento è riunito.
Attualmente la Foster & Partens è uno studio globale di architettura, con uffici in tutto il mondo e circa 700 collaboratori tra architetti ed ingegneri, è tra i primi posti nell’elenco dei maggiori studi di architettura del mondo.
Fin dai tempi di Stonehenge, gli architetti sono sempre stati all’avanguardia nella tecnologia. E non puoi separare la tecnologia dal contenuto umanistico e spirituale di un edificio. – Norman Foster
Edificio geniale dal punto di vista concettuale è la Commerzbank Tower di Francoforte terminata nel 1997.
Il progetto, a pianta triangolare, ha la torre centrale destinata all’illuminazione ed al condizionamento, finalizzata alla ricerca di un quasi totale risparmio energetico.
Sui tre lati insistono gli uffici intervallati, a piani alterni, da giardini che aumentano ed ottimizzano la circolazione dell’aria e della luce creando un microclima ottimale. Le grandi superfici vetrate prodotte da un doppio pannello termico apribile in una delle parti, consentono una visione multipla sia verso l’interno che verso l’esterno.
Il 2004 è l’anno dell’inaugurazione del 30 St. Mary Axe a Londra, diventato un’icona per la sua forma caratteristica a cono arrotondato, dovuta principalmente per risolvere problemi di staticità e universalmente conosciuto come Gherkin (cetriolo).
La forma conica aerodinamica e le facciate ventilate con pozzi di luce che salgono a spirale lungo la costruzione, ottimizzano l’illuminazione naturale e riducono il consumo energetico dell’edificio.
Il Gherkin, è alto 180 mt. per un totale di 41 piani, ogni piano ha una rotazione di 5 gradi rispetto al piano sottostante.
La parte più larga della circonferenza è di 178 metri mentre il piano più esteso è il 16° di 1816 metri quadrati; per la sua costruzione sono stati usati 35 chilometri di acciaio; è rivestito da 7.429 doppi pannelli di vetro, a forma di diamante l’equivalente di 3 campi di calcio. E’ dotato di 792 finestre che si aprono e si chiudono meccanicamente in base alla luminosità esterna. L’aria viene incanalata con un sistema a sandwich, attraverso due strati di cristalli che isolano lo spazio esterno da quello interno, attraverso questo doppio strato l’aria calda fuoriesce dall’edificio in estate mentre d’inverno interviene un sistema di riscaldamento a pannelli solari. L’unica superficie in vetro ricurva è quella della cupola panoramica.
The Berlin Brain, inaugurato nel 2005, è un edificio concepito per contenere i 700.000 volumi della Libera Università di Berlino. E’ posizionato in collegamento con la precedente costruzione universitaria progettata dall’architetto e designer francese Jean Prouvé.
La struttura è a forma di bolla all’interno della quale vi è la stessa uniformità di illuminazione. Concepita come il Gherkin londinese, anche questa struttura ha la parte esterna in vetro trasparente montato su alluminio, sempre con i pannelli orientabili in base alla luce. Un altro dei principi fondamentali dell’architettura di Norman Foster è quello di non far appoggiare l’involucro esterno della struttura alla parte interna, lasciando quest’ultima come sospesa e costituita da piastre aggettanti indipendenti dalla copertura, piastre variamente sagomate in modo da creare un elemento plastico all’edificio, particolarmente suggestivo alla sera.
“Come architetto, progetto per il presente, con una consapevolezza del passato, per un futuro che è essenzialmente sconosciuto.” Norman Foster
Un’altra sua realizzazione, terminata nel 2006, è la Hearst Tower a New York. In questo caso c’era la necessità di costruire conservando l’edificio esistente in stile déco. Mantenendo intatti solo i muri perimetrali, inserisce al suo interno una torre di 42 piani completamente vetrata, concepita sugli stessi principi del Gherkin di Londra. Tutta la costruzione poggia su enormi puntoni inclinati, la struttura è a triangoli isosceli.
L’enorme hall, alta 4 piani, è costituita dai muri perimetrali del vecchio edificio con al centro l’imponente scala mobile, che da funzionale per i flussi di persone si trasforma in elemento decorativo insieme alle cascate d’acqua ai lati.
Per la James H. Clark Center Stanford University in California (2003), Foster concepisce una serie di organismi impostati a U, in modo da creare un luogo centrale d’incontro e socializzazione per gli studenti. Le tre ali sono interamente aggettanti verso la corte interna, il rivestimento è con verniciatura in bronzo in modo da dare una nota cromatica.
“Foster ha raggiunto ciò che nessun altro architetto è stato in grado di fare: ha ripensato l’aeroporto da zero e l’ha fatto funzionare.” The New Yorker magazine
Il Terminal 3 dell’aeroporto di Pechino, il Beijing Capital International Airport, inaugurato nel 2008, ha una copertura aerodinamica con elementi che rimandano alle squame del dragone, inserendosi così allo schema tradizionale cinese, l’interno a bolla ha effetti scenografici creati dal gioco di lastre delle tettoie.
Il McLaren Technology Centre, nel Surrey in Inghilterra, realizzato nel 2011, viene concepito con un’architettura a forma di mezza luna che si affaccia sul lago tramite pareti vetrate. Il tetto è una copertura piana completamente a sbalzo. Elemento caratterizzante è la struttura impostata su pilastri in tubolare d’acciaio, completamente aperta verso l’esterno.
I passaggi all’interno simulano nella forma una pista totalmente sganciata dalla struttura perimetrale.
“Penso che non si debba mai smettere di imparare.” Norman Foster
Inaugurato nell’aprile del 2017, l’avveniristico Campus Apple di Cupertino, ideato da Steve Jobs e realizzato da Norman Foster, è a forma circolare, il tetto, completamente nero, ospita un impianto fotovoltaico da 17 megawatt, una delle più grandi installazioni di pannelli solari in loco al mondo che rende il Campus completamente autonomo. L’intera superficie, su quattro piani, è di 260.000 metri quadrati ed è totalmente immerso in 71 ettari di verde.
Di prossima inaugurazione è lo Zayed National Museum sulla nuova isola Saadiyat ad Abu Dhabi, che diventerà il Polo Culturale degli Emirati Arabi.
Si tratta di un Museo dedicato alla Storia e Cultura degli Emirati, anche in questo caso Foster vuole coniugare forme contemporanee con la tradizione architettonica araba, egli concepisce questa costruzione con cinque torri inclinate realizzate in acciaio leggero.
Sfruttando lo stesso principio di ventilazione delle antiche torri del vento iraniane, riesce a rendere questa nuova realizzazione con un impatto energetico quasi nullo.
La forma delle torri è ispirata alle ali dei falchi secondo l‘antica tradizione araba della falconeria.
La leggerezza delle strutture esterne in acciaio è bilanciata dalla monumentalità degli ampi interni scavati nel sottosuolo.
Tantissime sono le realizzazioni di questo incredibile architetto, veri e propri capolavori dell’architettura contemporanea, tra queste il Millenium Bridge e la City Hall a Londra, l‘Auditorium di Glasgow soprannominato l’armadillo, l’Opera House di Dallas, il Centro Petronas University in Malesia, la Torre Caja a Madrid, lo Zénith Music Hall di St. Etienne e molte altre ancora.
Altrettanto numerosi sono i progetti, tra questi il Millenium Tower a Tokio, una torre alta 170 piani completamente costruita sull’acqua, una struttura autoportante e controventata.
“Descrivo il processo di progettazione come la punta dell’iceberg. Quello che non vedi è il lungo raggio: tutto l’auditing infinito e cose del genere.” Norman Foster
©Giusy Baffi 2020 (pubblicato su ArteVitae.it il 27 marzo 2018 e 19 aprile 2018)
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