2 Marzo 2020

SANTIAGO CALATRAVA, la poetica del movimento


Santiago Calatrava: pittore, scultore, ingegnere e architetto. Un uomo poliedrico le cui opere architettoniche sono il frutto di un rapporto stretto e interconnesso tra le varie discipline in un dialogo costante.

La caratteristica di Santiago Calatrava (Valencia 1951) è l’interdisciplinarità, è da sempre attratto, con una ricerca costante, dal rigore matematico e dai problemi della statica che caratterizzano tutta la sua architettura.

I suoi studi iniziali all’Accademia delle Belle Arti di Valencia lo portano a prediligere il disegno e la scultura. Una scultura composta da forme semplici, da cubi e solidi la cui combinazione deve suscitare una risposta emozionale in una continua ricerca di equilibrio e di estetica: l’equilibrio dei corpi, delle masse e la tensione degli elementi sono concetti che influenzeranno tutte le sue opere architettoniche future. Abbracciando il concetto futurista di Balla, per Calatrava tutto deve suggerire un potenziale movimento.

“La scultura è alla base della mia ricerca formale al servizio sia della mia architettura sia della mia ingegneria”Santiago Calatrava

Altri elementi che contribuiscono alla sua formazione sono i suoi studi, si laurea in architettura a Valencia e prosegue a Zurigo alla scuola Politecnica Federale laureandosi in ingegneria.

I suoi progetti sono fortemente influenzati da quelli architetti che lui stesso definisce “suoi Maestri”, in particolare dall’architetto Robert Maillart (1872-1940) e i ponti da lui progettati,

da Felix Candela (1910-1997) con le sue coperture paraboloidi e la ricerca di forme sperimentali di Los Manantiales in Messico,

da Pier Luigi Nervi (1891-1979) sia per le coperture che per le possenti nervature,

da  Eduardo Torroja (1899-1961) che costruisce stadi con enormi sbalzi.

Eduardo Torroja – Ippodromo la Zarzuela -Madrid – 1935

Nel suo bagaglio culturale entra tutta la sperimentazione sul cemento armato propria di quegli anni.

La sua architettura trae ispirazione da elementi plastici, con le  visioni architettoniche e l’allusione alle forme organiche, Calatrava riesce a fondere i principi della conoscenza ingegneristica con immagini visuali e simboliche, ritmi musicali e matematici.

Santiago Calatrava – scultura –

I PONTI

Calatrava ha rinnovato completamente la progettazione dei ponti: i ponti devono trasformarsi in un punto di aggregazione di tessuto urbano, avere un grande impatto visivo e dare una sensazione di leggerezza nonostante le dimensioni imponenti. Il ponte di Calatrava si inserisce come una scultura  territoriale che cambia il modo di percepire il luogo e di attirare turismo, trasformandosi in una struttura per il pubblico.

“I ponti  collegano posti precedentemente separati. Sono costruiti per il progresso e per i cittadini. Ma hanno anche un significato religioso. La parola “religioso” deriva infatti dal latino e significa “creare un legame”. Santiago Calatrava

Uno dei suoi primi ponti, il ponte Bac De Roda a Barcellona finito nel 1987, è strutturato con due archi gemelli divaricati che appoggiano al piano con un’inclinazione di 30°.

Ponte Bac de Roda – Barcellona -1987 – Santiago Calatrava

Con il ponte Alamillo sul fiume Guadalquivir a Siviglia, costruito in occasione dell’Expo ’92, Calatrava raggiunge una notorietà internazionale. Il ponte, interamente sospeso e lungo 250 metri, ha il peso controbilanciato da un pilone in cemento armato e acciaio inclinato di 58° e costruito sulla terraferma, i tiranti in acciaio sono ridotti al minimo.

Il Mujer Bridge di Buenos Aires, costruito nel 1998, è un ponte mobile realizzato per la riqualificazione dell’area portuale con la ristrutturazione dei docks. E’ un ponte sospeso che ruota per il passaggio delle navi, è diviso in tre sezioni in modo da ruotare a perno in un continuo equilibrio di forze, il peso della torre meccanica è bilanciato dal pilone inclinato collegato all’asse da una serie di cavi d’acciaio, la parte mobile è di 16 metri.

Con le Vele, ovvero i tre ponti di Reggio Emilia del 2007, Calatrava vuole creare un elemento di rottura con il monotono paesaggio padano.

Il ponte centrale, ad arco, è perpendicolare all’asse autostradale e ferroviario e costituisce l’elemento cardine dell’intervento per posizione planimetrica e dimensione, due ponti laterali  si pongono come elementi di completamento funzionale ed estetico del nuovo asse.

Il Peace Bridge a Calgary in Canada, inaugurato nel 2012, è un ponte sia pedonale che ciclabile; lungo 130 mt. è a navata unica ed è costituito da una struttura tubolare ad elica avvolta da una sezione ovale.  E’ un ponte spettacolare per la valenza cromatica ed estremamente suggestivo di notte.

Nel corso degli anni Calatrava ha progettato altri numerosi ponti, tra questi il ponte pedonale Zubizuri a Bilbao, la costruzione fu avviata nel 1990 per dare un segnale di trasformazione di Bilbao, la realizzazione avvenne, infatti, dopo la fase di deindustrializzazione che ha convertito la città basca in una felice realtà turistica della Spagna. A Dublino, nel 2008 e 2009 realizza il ponte James Joyce e il ponte Samuel Beckett, a Tel Aviv il ponte pedonale Petah Tikvah e a Gerusalemme il ponte Chords Bridge a forma di una  enorme lira sospesa su un fiume di traffico veicolare, a Venezia il contestatissimo ponte della Costituzione, inizialmente con il piano pedonale realizzato da piccoli gradini vetrati e poi sostituiti da normali gradini in cemento.

LE STAZIONI E GLI AEROPORTI

Calatrava interviene anche come urbanista con progetti che superano lo scopo puramente utilitaristico come le stazioni e gli aeroporti elevandoli in spazi confortevoli, dove  l’uomo possa  sviluppare la sua immaginazione trovandosi in un ambiente nobilitato dal punto di vista estetico. Gli spazi creati per scopi utilitaristici vengono quindi trasfigurati quasi a trasformarsi in sacrari.

Nel 1983 gli viene commissionata la ridefinizione per l’alta velocità della vecchia stazione Stadelhofen di Zurigo che sarà terminata nel 1990. Sfruttando il pendio naturale della collina, Calatrava crea una pensilina sporgente dalla copertura vetrata così da mimetizzare il tunnel ferroviario.

La Stazione TGV (1990-1994) che collega l’aeroporto Saint Exupéry a Lione, è una delle sue prime opere più conosciute. La sua struttura gigantesca è  di grande impatto visivo, un segnale poetico della porta della città: l’immagine di un grande uccello pronto a impennarsi nel cielo e a spiccare il volo, un forte rimando alle sue sculture iniziali.

Elemento fondamentale è la grande sala centrale di smistamento dei passeggeri completamente vetrata e con nervature, formata da quattro archi in acciaio che si dipartono a vela da un unico punto.

Tutta la struttura poggia a terra allargandosi fino ad un’altezza di 120 metri. Nei sotterranei i locali tecnici hanno supporti nervati che suggeriscono l’idea organica della gabbia toracica.

E’ del 1998 la Stazione d’Oriente a Lisbona, realizzata per l’Expo ’98. Situata nella zona industriale di Lisbona ha la funzione di mettere in comunicazione due zone che sarebbero state isolate dalla ferrovia. E’ costruita su due livelli. Il livello superiore, per i binari, è composto da una struttura in acciaio e vetro che funge da pensilina di accesso ai treni rievocando, con la sua leggerezza, la struttura delle cattedrali, i piloni suggeriscono il richiamo naturalistico di una foresta di acciaio.

Il livello inferiore è dedicato alla zona commerciale. L’ampio ingresso è esaltato dalla grande pensilina sporgente nervata a forma di palma, la copertura ha elementi di prismi sfaccettati che rimanda alle prime architetture delle serre del ‘900.

Reggio Emilia viene ultimata nel 2013 la stazione ferroviaria per l’alta velocità Mediopadana, una struttura realizzata da una serie di portali in acciaio che, disposti con angolature diverse, creano la sensazione di una sequenza di onde in movimento.

La stazione è impostata su due livelli, quello superiore per il treno, quello inferiore per i servizi. Dal punto di vista strutturale i portali distano circa un metro l’uno dall’altro e lo spazio tra di essi è costituito da pannelli di vetro.

L’accesso alla stazione è realizzato con  pensiline sporgenti, a forma di foglia di palma, molto simili alla Stazione d’Oriente di Lisbona.

Nel 2009 viene Inaugurata la stazione ad alta velocità Liege-Guillemin a Liegi in Belgio. L’obiettivo era quello di non progettare una stazione monumentale tramite una facciata ma di creare  un elemento di continuità tra la volta d’ingresso e le banchine dei treni, eliminando la facciata tradizionale.

“Il mio obiettivo è stato di realizzare un edificio che funzionasse da collegamento interurbano ad alta velocità attraverso le città d’Europa. Ho immaginato un edificio senza facciate, con una copertura flottante che offrisse protezione dagli agenti atmosferici”.  Santiago Calatrava

VALENCIA: UNA CITTA’ NELLA CITTA’

Fortemente criticato per alcune sue opere  considerate azzardate, Santiago Calatrava trova a Valencia la sua massima espressione come architetto e ingegnere. Con queste opere Calatrava regala alla piccola città di Valencia un nuovo polo culturale dove arte, scienza e natura si incontrano.

Il complesso della Città delle Arti e delle Scienze di Valencia si sviluppa lungo l’antico letto  del fiume Turia e si estende su una vastissima area di circa 350.000 mq. Realizzato tra il 1995 e il 2009 è un intervento complesso che ha ridisegnato Valencia e  riqualificato un’area situata alla periferia della città.

Organica, fluida, delicata, questa città nella città è una vera e propria opera d’arte, autentica città futurista e nuovo simbolo della Valencia contemporanea, trasformatasi in polo attrattivo per i turisti di tutto il mondo con un grande successo anche economico, diventandone un’icona.

Composta da più edifici che si susseguono tra loro in un’armonia di forme, colori e materiali, sono disposti lungo un asse, ciascuno con una sua originale forma avveniristica. L’acqua gioca un ruolo di primaria importanza: ogni struttura si riflette in una duplicazione dell’immagine con un forte impatto scenografico. In questo progetto è evidente il legame diretto con le forme degli elementi strutturali naturali e con quelle dell’anatomia umana e animale.

Il complesso si sviluppa in più epicentri, i cui nomi sono volutamente definiti in valenciano, a seconda delle attività culturali:  il Palazzo delle Arti (Palau de les Arts Reina Sofia), il Museo delle Scienze (Museu de les Ciències Príncipe Felipe), il planetario (Hemisfèric), il parco oceanografico (Oceanogràfic) e una grande piazza coperta (Agorà); il tutto immerso in uno splendido scenario, architettonico e naturale, che si fonde per dar vita ad una meravigliosa città nella quale imparare e sognare ad occhi aperti.

Il Museu de les Ciències Príncipe Felipe (2000) è un museo interattivo della scienza ed è concepito come una grande galleria vetrata che si affaccia sull’acqua, la sua immagine visiva è caratterizzata dalle nervature in cemento armato e vetri che rimanda all’immagine antropomorfa dello scheletro di un dinosauro.

L’avveniristico Palau de les Arts Reina Sofia (2005) è uno degli edifici più iconici della Spagna e il teatro dell’opera più alto del mondo con i suoi 70 metri di altezza.

La struttura, concepita come una serie di volumi diversi, è suddivisa in quattro sedi polifunzionali separate.

Cemento bianco e tessere di mosaico bianco scintillante, dette trencadis, rivestono i due gusci asimmetrici di acciaio laminato che fiancheggiano il tetto, mentre il volume centrale dona unità formale all’edificio.

Desta enorme stupore l’Hemisfèric (1995-1998), una struttura che ospita spettacoli di Cine Imax, un Planetario ed un Laserium, con tecnologie audiovisive d’avanguardia.

Hemisfèric – La città delle Arti e delle Scienze – Valenza – Santiago Calatrava – foto ©giusybaffi 2013

L’Hemisfèric è a pianta ellittica e il planetario è situato all’interno di una semi-sfera che ricorda una pupilla. Una struttura mobile somigliante ad una palpebra filtra i raggi solari.

Lo specchio d’acqua sottostante è costituito da  una bassa ed enorme vasca che di notte, riflettendo, raddoppia l’immagine dell’edificio creando illusoriamente l’immagine di un occhio intero.

L’Umbracle (2001) è un percorso sopraelevato che consente una panoramica di tutto il complesso, lungo circa 300 metri, è attrezzato a giardino d’inverno mediante una serie di coperture a volte trasparenti, con decine di specie botaniche. Il piano inferiore è predisposto a parcheggi. Troveremo questo genere di struttura inserita in molte opere di Calatrava, per sottolineare la connotazione del forte legame tra architettura e natura.

L’Agorà (2009), è uno spazio versatile con la funzione di una grande piazza coperta, la forma particolare fa volare la fantasia, sembrano due mani che si uniscono oppure il dorso di un grande dinosauro.

Il Ponte de L’Assut de l’Or (2008), situato tra il Museo delle Scienze e l’Oceanografico (progettato da Félix Candela), è un ponte a tiranti in acciaio e cemento bianco, misura 180 metri in lunghezza e 39 metri in larghezza. È dotato di tre corsie per entrambi i sensi di marcia e di un enorme pilone curvo di 123 metri di altezza a cui è ancorata una serie di cavi disposti a forma di arpa. La sua struttura aerodinamica e leggera nonostante i materiali impiegati, è una sintesi tra musica, architettura e acqua come elemento naturale.

Completa la Citta delle Arti e delle Scienze l’Oceanogràfic (2001), uno dei più grandi parchi marini d’Europa con un’estensione di 110.000mq. e 45.000 esemplari marini; un tunnel sottomarino della lunghezza di 70 metri ed un ristorante in cui si ha l’impressione di mangiare sul fondo dell’oceano completano l’opera.

La copertura dell’edificio, progettata dal Maestro di Santiago Caltrava, Felix Candela rimanda alle onde marine ed è, in chiave moderna, la riedizione del progetto di Felix Candela del 1958 di Los Manantiales in Messico.

TENERIFE – BILBAO – BARCELLONA

Intesa come una grande scultura, con l’obiettivo di rivalutare un’area degradata, viene realizzato a Santa Cruz de Tenerife, tra il 1997 e il 2003 l’Auditorium. Situato tra il Parco Marino e il porto, l’auditorium collega la città all’oceano creando un importante punto di riferimento urbano.

Gli elementi costitutivi della struttura sono essenzialmente tre: l’ala che è la grande copertura, la noce che sono le sale dell’auditorium e le due vele che coprono le sale e si raccordano all’ala.

L’edificio ha un tetto in cemento armato a forma di conchiglia che si alza sopra l’auditorio con un elemento triangolare che si eleva fino a 60 metri, prima di curvarsi rastremandosi a punta di lancia e appoggiandosi in soli tre punti alle vele sottostanti.  E’ questo l’elemento che rende la struttura spettacolare diventando il punto focale di riferimento urbano.

Un nuovo linguaggio fatto di leggerezza, trasparenze e tecnologie all’avanguardia e spazi che sembrano più adatti ad ospitare arte contemporanea che passeggeri in transito: anche l’aeroporto di Sondika e  la torre di controllo di Bilbao, realizzati nel 2000, vengono concepiti in questo modo. La  struttura doveva avere necessariamente un richiamo simbolico dall’ampio impatto visivo, ispirata alla sensazione di volo.

Rimane sempre un iconico simbolo la Torre di Comunicazione di Montjuic a Barcellona, inaugurata per i giochi olimpici del ’92, essa è realizzata interamente in acciaio, con  un pilone inclinato alla cui sommità è presente un elemento anulare. La parte centrale, ovvero l’antenna vera e propria,  evoca il lancio del giavellotto. La silouhette della torre è concepita in modo da fungere da meridiana proiettando la sua ombra sul terreno circostante. Calatrava riesce così a trasformare un elemento utilitaristico come può essere  un’antenna in elemento scenografico giocando sia sulla dinamica delle forme che sul concetto di meridiana.

U.S.A. E IL RESTO DEL MONDO

Il filo conduttore della pluralità di Calatrava, è la continua ricerca di un’armonia artistica dei concetti di movimento e staticità, del controllo delle forze, delle forme del corpo umano traslate e prestate all’architettura. Artefice di una architettura viva, dove la natura, l’anatomia e l’architettura sono oggetto di una fusione perfetta che generano  strutture di una grande forza espressiva.

Le sue strutture sono rivolte al grande pubblico, sono pensate per stupire. Calatrava ha aperto la strada ad un nuovo modo di progettare, la sua grande capacità di interpretare il luogo trasformandolo in un’icona simbolo della città stessa è stupefacente.

Il Milwaukee Art Museum, realizzato tra il 1994 e il 2001, è un’operazione di inserimento moderno accanto a strutture storiche  come il War Memorial Center (1957) progettato da Eero Saarinen e il Kahler Building (1975) disegnato da David Kahler. Calatrava concepisce un edificio biomorfo, un padiglione che si specchia direttamente sul lago Michigan, ottenendo così il doppio risultato di non mettere in diretto rapporto il Padiglione con la massa possente, monocroma e implosa del Memorial, creando contemporaneamente un elemento cerniera tra il lago e la città.

“Ho avuto un committente che voleva da me la migliore architettura possibile. L’obiettivo era di creare qualcosa di eccezionale per la comunità, grazie a tale libertà, il progetto è in sintonia con la cultura del lago: le barche a vela, il tempo, il senso di movimento e cambiamento”.  Santiago Calatrava

Suddiviso in più spazi, il Padiglione dispone di reception, auditorium, caffetteria, spazi commerciali e un’area espositiva flessibile di oltre 10.000 metri quadrati per mostre temporanee.

La costruzione è realizzata da nervature in acciaio, la parte superiore è costituita da uno schermo mobile posto in cima al Padiglione che può aprirsi fino a raggiungere l’ampiezza di 66 metri durante il giorno per poi richiudersi durante le ore notturne o in caso di cattivo tempo.

La presenza zoomorfica dalla forma di scheletro di capodoglio, con i suoi enormi denti, è un valore aggiunto. Il progetto comprende anche un ponte pedonale sospeso di 76 metri che collega il museo e la riva del lago al centro della città.

Con l’obiettivo di voler riqualificare uno dei quartieri più degradati di Malmö in Svezia, trasformando un vecchio spazio industriale in un centro residenziale all’avanguardia, nel 2005 viene inaugurato il grattacielo Turning Torso.

Questo grattacielo è realizzato con una serie cubi sovrapposti gli uni agli altri, ciascuno in torsione e  rotazione rispetto al precedente, uniti tra di loro da un traliccio metallico, una sorta di spina dorsale, nella quale sono contenuti elementi di servizio come ascensori ed altro.

A fare da contraltare all’opera incompiuta della Città dello Sport di Tor Vergata a Roma è la ricostruzione dello Stadio Olimpico Spyros Louīs di Atene realizzato nel 2004.

A Calatrava fu commissionata l’intera ristrutturazione dell’area: la pensilina d’ingresso, la copertura del velodromo, la creazione di una passeggiata panoramica dalla quale partono gli accessi per la parte principale, a conclusione dell’intera opera,  una scultura centrale in tubolare d’acciaio che si muove con movimenti odulatori dal titolo suggestivo “Muro delle Nazioni”.

La struttura più spettacolare è lo stadio olimpico vero e proprio, la cui copertura è data da due elementi sinusoidali sostenuti da una gigantesca capriata che regge l’elemento inferiore.

Il velodromo è coperto da un elemento curvo in tubolare d’acciaio che regge una travatura attraverso funi, a questo si aggiunge anche  un elemento di distribuzione prospettante sull’acqua con un ingresso parabolico di grande impatto. La struttura è composta da nervature in acciaio e vetro.

L’acqua con le sue mirabolanti strutture che vi si specchiano, è sempre stato il tema dominante di  Calatrava ed anche il Florida Polytechnic University di Lakeland non fa eccezione.

Inaugurata nel 2014, attualmente è l’università più recente degli Stati Uniti.  La sua particolare forma ovoidale si specchia in un lungo corso d’acqua ed è collegata all’esterno da un circuito veicolare e all’interno da uno pedonale.

“Sono onorato di essere stato coinvolto in questo progetto dedicato allo studio di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, argomenti importanti per la nostra società e la nostra economia. Sono orgoglioso di quello che abbiamo raggiunto e spero che i giovani che studieranno qui saranno ispirati a essere creativi e a soddisfare le loro potenzialità.” Santiago Calatrava

La struttura è articolata in due parti con un elemento perimetrale semitrasparente formato da due corridoi sovrapposti sui quali insistono laboratori, aule, spazi comuni e un anfiteatro multifunzionale la cui copertura  è realizzata da uno elemento apribile che fornisce illuminazione e ventilazione naturale.

Il Museo di Amanhã a Rio de Janeiro, realizzato nel 2015 è un auditorium la cui architettura si ispira alla tradizione brasiliana. L’enorme copertura a sbalzo alta 18 metri sembra galleggiare sul mare come una nave o un uccello.

Anche questo progetto si inserisce in un’operazione di riqualificazione di una parte  dell’area portuale di Rio.

A questo proposito Calatrava ha dichiarato: “Vista la natura varia delle esposizioni, abbiamo introdotto una struttura archetipica all’interno dell’edificio. Questa semplicità permette un uso versatile e funzionale del museo, in grado di ospitare conferenze ma anche di proporsi come spazio di ricerca”

Il capolavoro assoluto dell’architettura contemporanea, una  spettacolare colomba bianca che sembra spiccare il volo dalle mani di un bambino, simbolo di pace e speranza, è il World Trade Center Transportation Hub, meglio conosciuto come Oculus a New York. La stazione  connette i treni Path, 11 linee della metropolitana, le quattro torri del World Trade Center, la piazza del memoriale, la Brookfield Place (ex World Financial Center) e il terminal dei traghetti Battery Park City.

La struttura si innalza a circa 50 metri da terra formando al centro una cupola ovale, la copertura centrale può essere aperta completamente verso il cielo, l’elemento strutturale è dato dalle due ali in acciaio.

L’interno è concepito come una immensa cattedrale con la pavimentazione in marmo bianco; la pianta libera da impedimenti visivi, le grandi dimensioni e il bianco assoluto danno la sensazione che  tutto sia sospeso nel vuoto.

Il centro del soffitto è diviso da una lunga finestratura che, oltre a dare una grande luminosità facendo filtrare la luce naturale, permette di  intravedere l’One Trade Center, la grande torre che rappresenta il simbolo della ricostruzione.

Il nome Oculus deriva proprio dall’idea di un occhio socchiuso che guarda l’esterno. Una serie di negozi e un grande centro commerciale si trovano sui diversi livelli che circondano questo enorme salone.

Nelle vicinanze dell’Oculus sta per essere ultimata la chiesa St. Nicholas greco-ortodossa più importante di New York, rasa al suolo nell’attentato del 11 settembre 2001. Ispiratosi alla basilica di Santa Sofia di Costantinopoli, Calatrava la concepisce interamente a lastre sottili di marmo e pannelli in vetro stratificato retroilluminati in modo da ottenere un effetto translucido con  aperture perimetrali che permettono alla luce di inondare tutto lo spazio. La cupola bianca durante il giorno restituirà il biancore naturale del marmo, di notte l’illuminazione interna la farà risplendere verso l’esterno.

St. Nicholas Church – New York – Rendering – Santiago Calatrava ©Santiago Calatrava

Calatrava ha realizzato moltissimi altri progetti e tanti sono in fase di ultimazione, ad esempio per Expo 2020 che si terrà negli Emirati Arabi, Calatrava ha progettato il padiglione degli Emirati, dalla forma di un falco pronto a spiccare il volo, un omaggio all’antica tradizione araba della falconeria.

“Il disegno del padiglione nazionale degli Emirati Arabi Uniti per Expo 2020 è un progetto di grandissima importanza nazionale e globale. Sono profondamente onorato che il mio disegno sia stato scelto. Sono sicuro che il risultato sarà un símbolo dello spirito audace e glorioso degli Emirati Arabi Uniti, essendo uno dei punti cardine dell’Expo che si considera uno dei più grandi e globali della storia.” Santiago Calatrava

Doha, nel Qatar, è quasi terminato il  Sharq Crossing AlSharq Bridge, una serie di ponti sulla baia di Doha, che collegheranno il quartiere culturale della capitale del Qatar e il quartiere degli affari a West Bay. Sono tre ponti interconnessi e alternati sia all’aperto che con gallerie sottomarine, a volte trasparenti, per un totale di 10km.

Dubai Calatrava ha progettato  la Tower Dubai Creek Harbor, una torre panoramica alta tra i 900 e i 1000 metri, che riprende la forma dei minareti e sarà dotata di terrazze girevoli per osservare il panorama e di giardini sospesi per rievocare quelli leggendari di Babilonia.

 

©Giusy Baffi 2020 (Pubblicato su ArteVitae.it nei giorni: 19-27 novembre e 17 dicembre 2018)

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