16 Aprile 2021

SIMBOLOGIA ORIENTALE: un messaggio culturale in legno e madreperla


Non è facilissimo imbattersi in arredi particolari, che destano la curiosità di un osservatore.

In questo caso si tratta di  un raro tavolino da tè, costruito interamente in massello di palissandro indiano agli inizi del ‘900, di produzione orientale e realizzato probabilmente, in base alle dimensioni e allo stile,  per il mercato europeo.

Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

Il probabilmente è quanto mai d’obbligo per catalogare questo piccolo mobile se si prende in considerazione il fatto che all’epoca c’era un intenso scambio di prodotti tra l’Europa e l’Oriente; il tavolino da tè era una tipologia di arredo molto richiesta  sia dal mercato inglese che da quello francese ma, poiché sia la Francia che l’Inghilterra avevano le loro Colonie in India e nel Sud-Est asiatico,  non si può escludere  a priori anche la possibilità che fosse stato costruito per le Colonie stesse.

Il piano ovale intarsiato in madreperla è del tipo  “a vassoio” con una cornice che ne sottolinea il perimetro.

Dettaglio del piano – Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

Le gambe, formate da quattro colonnine quadrate, sono inserite con il sistema di incastro a “cava e penola”*  in un ovale sagomato situato sotto il piano vassoio, senza nessun intervento di fissaggio con viti o chiodi, costruzione fedele ai  canoni degli arredi cinesi e giapponesi; le gambe si raccordano alla base per mezzo di un pinnacolo finemente intagliato dal quale dipartono i piedi desinenti a ricciolo squadrato con un cuscinetto sottostante.

Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

Il piano è magistralmente  intarsiato in madreperla  con il metodo  a “toppo” o “alla certosina” che consiste nel  realizzare, con sgorbie e  scalpelli, tanti scassi nel massello quanti sono i tasselli da inserire.  Nel caso di questo tavolino il lavoro di scasso è di altissima qualità e perizia se si considera quanto sia  sottile lo spessore della madreperla inserita.

Dettaglio del piano – Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

La stessa madreperla, che è la parte interna, dura e iridescente, della conchiglia di alcuni molluschi bivalvi marini, è un materiale duro ma estremamente fragile. La sua lavorazione presenta non poche difficoltà: viene lavorata tagliandola in lastre dagli spessori sottilissimi, massimo  un millimetro; le piccole lastre così ottenute vengono poi sovrapposte e incollate inserendo tra una lastra e l’altra un foglio di carta fino a formare dei “pacchetti” e la si  taglia infine con degli strumenti speciali seguendo il disegno prestabilito.

Abilissimi in questa arte sono gli orientali: cinesi, giapponesi, vietnamiti.

Ed è probabilmente al Vietnam che guarda l’intarsio di questo tavolino, dato che un intarsio del tutto simile e di provenienza vietnamita è pubblicato sul libro: “La Marqueterie” di Pierre Ramond.

Piano di tavolo vietnamita – La Marqueterie” Pierre Ramond

D’altronde, i soggetti intarsiati nel piano sono tipici dell’iconografia orientale, carichi della  simbologia  buddista cinese.

Ritroviamo così il Chi-Chi: motivo decorativo cinese costituito da nastri fluttuanti, detto anche “fascia di nuvole” o “nastro di nuvole” dal ricco significato simbolico perché rappresenta la porta del cielo, come pure il Drago che incarna le forze benefiche della natura: il drago a cinque artigli, secondo un editto Ching, divenne il simbolo dell’imperatore; l’intero piano è percorso da voli di Farfalle, Hu Tieh in  cinese, simbolo di lunga vita, e dal Ch’i-Lin: animale di fantasia (simile all’unicorno) tipico del repertorio decorativo cinese, anche la Tartaruga, Xuanwu, uno degli Emblemi Celesti, simbolo di longevità e saggezza  e la Fenice Rossa, Zhuque, simbolo di conoscenza e natura rigogliosa, sono rappresentate in questo caleidoscopio iconografico.

Dettaglio del piano – Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

 

Dettaglio del piano – Collezione Vittorio Cuoccio Antichità – ©giusy baffi

 

 

* L’incastro detto “a cava e penola” è ottenuto da un dentello a sezione rettangolare ricavato all’estremità di un’asse, che va a inserirsi in una cavità di forma corrispondente.

Bibliografia:

Pierre Raimond. LA MARQUETERIE, Editions H. Vial 2002 pag. 132

©Giusy Baffi 2021 – pubblicato su L’Esperto Risponde n. 48 – 2008

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