Il rinnovamento moderno del rococò o barocchetto in Sicilia e il progressivo allontanamento della tradizione barocca.
L’Italia insulare fatica ad abbandonare la tradizione barocca e il rinnovamento “moderno” del rococò tarda ad essere recepito. E’ solamente dopo l’arrivo dei Borbone, dinastia di origine francese, con Carlo VII re di Napoli nel 1734 e re di Sicilia nel 1735 e poi con suo figlio Ferdinando IV che gli stili d’oltralpe vengono accolti con maggior favore.
L’aristocrazia palermitana, in competizione con quella napoletana, inizia a commissionare mobili alla “moda”, con chiara ispirazione ai modelli francesi contemporanei e lo stile Luigi XV è interpretato con un diverso senso delle proporzioni con esecuzioni più imponenti rispetto a quelli d’Oltralpe.
Palermo diventa il centro principale dei nuovi arredi, prediligendo intarsi che sfruttano i cromatismi delle essenze esotiche.
I mobili lastronati hanno spesso la struttura in abete, le lastronature sono realizzate in palissandro, in bois de violette e bois de rose, che, posate in vena e contro-vena, realizzano duplici, addirittura triplici riquadrature creando bellissimi effetti cromatici; l’ebano e la tartaruga vengono utilizzati per i pezzi più esclusivi, spesso sono applicati intarsi in materiali ancora più rari e preziosi: la madreperla, la tartaruga e il corallo.
La sinuosità: elemento caratteristico
I cassettoni hanno una linea sinuosa, sono spesso a doppia mossa, solitamente a tre cassetti con piano in legno o in marmo sovente incassato. I montanti, a spigoli vivi, alternano linee concave e convesse, in una sagoma sinuosa, originale e caratteristica; sulle catene che dividono i cassetti è sempre presente “lo sguscio”, una sagoma di rame applicata detta anche “carta di Spagna”, negli intarsi il motivo del cerchio, in tutte le sue declinazioni dalla linea pura al rosone e alla stella dei venti, è quasi sempre presente.
Un grembiule piuttosto accentuato collega le gambe a cabriole e desinenti a riccio, a zoccolo oppure a spatola.
Le applicazioni in bronzo sono nettamente più lineari dei modelli francesi, l’Inghilterra sembra in questo caso essere la fonte ispiratrice di modelli di maniglie e bocchette.
La policromia dei mobili dipinti
Ma il gusto siciliano per il cromatismo non si ferma agli intarsi, ecco che vengono creati dei mobili laccati e dipinti, dove alle tonalità del rosa, del rosso, dell’azzurro e del giallo si contrappongono particolari argentati o dorati, motivi floreali e faunistici a volte eseguiti a pastiglia, un impasto generalmente fatto di gesso e colla applicato sulla superficie da decorare e modellato a leggero rilievo secondo il disegno che si vuole ottenere.
Contrariamente a quanto avviene nello stesso periodo nell’Italia settentrionale – in particolare in Veneto, Liguria e Piemonte – il decoro a cineserie non ha in Sicilia una grande diffusione mentre è molto apprezzato il decoro floreale unito a decori di uccellini e farfalle.
Elemento peculiare dei mobili dipinti siciliani è il tema del vaso, spesso colmo di fiori o di frutta, che viene dipinto solitamente all’interno di una riserva posta sui fianchi del mobile.
Trapani si contraddistingue per le sue composizioni a forte impatto cromatico.
La ribalta con alzata della foto seguente potrebbe rappresentare la summa del mobile siciliano: la sua peculiarità consiste nel presentare all’esterno una lastronatura di varie essenze posta in vena e contro-vena atte a creare diverse riquadrature; il motivo del cerchio, in questo caso che racchiude un rombo, è presente sulla cimasa e ripetuto sulle ante. La parte inferiore, a tre cassetti, ha un andamento leggermente ondulato, sulle catene è posto un lamierino di ottone meglio definito come la “carta di Spagna”, le maniglie e le bocchette sono in bronzo e rammentano nel loro disegno quelle inglesi. Il grembiule che raccorda le gambe presenta due piccole virgole poste ai lati della parte centrale. Aperto, il mobile si presenta con la parte superiore dipinta su fondo azzurro con motivi floreali e ornitologici entro riserve, sulle ante è dipinto, all’interno di una riserva, il classico vasetto di fiori.
All’interno della ribalta uno scarabattolo con sei piccoli cassetti sottolineati da filettature di legno contrastante, probabilmente bois de rose.
Anche i mobili intagliati trovano ampio spazio negli arredi siciliani del ‘700, con una particolare predilezione per i tavoli da muro o consoles; dorati a mecca o a foglia d’oro presentano intagli vigorosi dove i motivi a rocaille di ghirlande, festoni, volute, foglie d’acanto risultano più appesantiti rispetto ai modelli francesi. Questi tavoli hanno sontuosi piani di marmo provenienti dalle cave dell’isola, dallo splendido diaspro tenero di Sicilia proveniente dalle cave di Custonaci ai meravigliosi rossi e gialli di Castronovo.
Il corallo di Trapani
Il corallo era una specialità antichissima di Trapani: già nel XVII secolo vi erano oltre 40 botteghe di maestri “curaddari” . Il corallo veniva lavorato con motivi a virgola, a linee, a ovali inserito dal retro degli oggetti da decorare per mezzo di capsule di rame dorato, quindi fissati con pece e poi richiusi con altro rame dorato, a completare questa armonia di forme veniva applicato lo smalto, bianco, nero o celeste. Venivano creati preziosi oggetti prevalentemente a carattere sacro: Apostoli, Madonne, Cristo, Santi rappresentati anche in scene di gruppo e presepi. I presepi erano un trionfo di colonne, archi,volute, magistralmente scolpite nel corallo. Ma anche la produzione non liturgica ebbe un grande successo con vassoi, scrigni, cornici, servizi da scrittoio, lampade, specchiere candelabri e applicando il corallo agli arredi che si volevano rendere più preziosi.
Tra gli artefici trapanesi sono da ricordare Matteo Bavera, Giacomo Daidone, Giuseppe Barraco, Antonino Saltarella.
©Giusy Baffi 2019 (pubblicato su “Cose antiche” N.192 – Gennaio 2009)
Bibliografia:
Angheli Zalapì, Dimore di Sicilia, Arsenale editrice 1998
Enrico Colle, Il mobile rococò in Italia, Edizioni Electa 2003
Enrico Colle, Angela Griseri, Roberto Valeriani, Bronzi decorativi in Italia, Edizioni Electa 2001
AA.VV. Arredi del Settecento, Artioli editore 2003
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